Corea del Sud, Lee Jae-myung è il nuovo Presidente

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Il candidato dei democratici riporta una vittoria netta, ma è un personaggio tutt’altro che limpido. Adesso dovrà unire il Paese e garantirsi equilibrio politico internazionale.

Lee Jae-myung ha vinto le elezioni presidenziali sudcoreane. Lo scorso 4 Giugno il candidato del Partito Democratico ha trionfato alle urne con il 49,4% dei voti, battendo Kim Moon-soo del Partito Potere Popolare rimasto al 41,1% e Lee Jun-seok, del Partito Riformista che non è andato oltre un 8,3% delle preferenze. Il nuovo Presidente ha assunto immediatamente la carica, senza nemmeno aspettare il consueto periodo di transizione, i canonici due mesi utili per definire nomine e ruoli del proprio entourage.

Nelle ore immediatamente successive la vittoria, Lee ha richiamato l’attenzione sulla necessità di creare “Una forza politica pragmatica e flessibile che lavori per il bene del Paese”, cercando di scongiurare le tensioni e la frammentazione politica che ha caratterizzato l’inverno di Seul. Ad inizio Dicembre dello scorso anno, infatti, l’ex Presidente Yoon Suk-yeol aveva dichiarato la Legge Marziale, suscitando immediatamente la reazione del Parlamento che nel pieno dei propri poteri l’aveva annullata con votazione a maggioranza semplice.

La decisione di Yoon Suk non scaturiva da necessità previste dalla Costituzione come uno stato di calamità o l’entrata in guerra del Paese ma era stato visto come un mero tentativo di ricondurre il potere verso la propria parte politica, il fronte dei Popolari, e contrastare il Partito Democratico, che aveva comunque la maggioranza in Parlamento.

Il 14 Dicembre l’Assemblea Nazionale aveva votato l’impeachment contro Yoon Suk e in aprile la Corte Costituzionale aveva confermato il provvedimento, poiché “La legge marziale ha violato la Costituzione”. Han Duck-soo, anche lui del PPP, era subentrato ad interim. La perdita di consenso a seguito dei fatti di dicembre aveva riguardato non soltanto il Presidente, ma l’intero PPP diviso tra i fedeli di Yoon Suk e parlamentari che avevano preso le distanze.

 

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In questo clima di tensioni e di incertezze politiche si è facilmente imposto il candidato dei democratici. Eppure anche la figura di Lee Jae-myung è lontana dall’essere immacolata: anzi, risulta piuttosto controversa a causa di carichi pendenti che sta affrontando proprio in questo momento. Il neo Presidente, infatti, ha sulle spalle diverse imputazioni per corruzione e per violazione delle leggi elettorali risalenti ai suoi mandati da sindaco e governatore e alle elezioni precedenti. Naturalmente, se fosse stato condannato prima delle recenti elezioni non avrebbe potuto neanche candidarsi. Adesso, invece, si può avvalere dell’immunità della sua carica, che decade solo in caso di insurrezione o tradimento.

Sventato il rischio di imputazione penale, nuove sfide attendono Lee Jae-myung. Il nuovo Presidente dovrà innanzitutto riportare equilibrio e coerenza politica nel proprio Paese. Inoltre, sarà fondamentale gestire i rapporti con gli Stati Uniti, sia per quanto riguarda la sfera economica che le intese politiche.

Lo scorso Aprile Trump ha parlato di dazi del 25%: se venissero confermati e applicati, la già delicata condizione economica del Paese non farebbe che peggiorare. Un altro nodo da sciogliere riguarda il posizionamento che vorrà prendere Trump rispetto alla tradizionale linea di difesa di Seul verso la Corea del Nord: il Presidente statunitense proprio di recente ha messo in discussione la convenienza della presenza di una sua armata sul territorio. Secondo Trump, lo sforzo degli USA non sarebbe equamente retribuito.

Inoltre l’attenzione militare statunitense al momento è maggiormente concentrata sul contenimento della Cina e Trump potrebbe vedere la Corea del Sud come base per puntare le truppe non più sulla vicina Pyongyang ma direttamente a Oriente.  Larichiesta metterebbe in difficoltà Lee che, invece, ha intenzione di mantenere rapporti pacifici con la Cina e non entrare nella tensione con Taiwan.

I prossimi mesi saranno delicati e decisivi per Lee Jae myung, ma potrebbero rappresentare anche il punto di partenza per un nuovo scenario e assetto dei rapporti tra Stati Uniti e Oriente.

Articolo a cura di Sara Gullace

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