Corea del Sud, “sì” a impeachment per Park Geun-Hye
di Graziano Rossi
su Twitter @grazianorossi
La prima donna presidente della Corea del Sud sarà destituita. La Corte Costituzionale del Paese asiatico ha infatti dato il via libera per l’impeachment di Park Geun-Hye, 65 anni, colpevole secondo i giudici di reati quali estorsione, corruzione, abuso di potere, rivelazione di segreti d’ufficio e fuga dalle responsabilità nell’ambito dello scandalo di tangenti e favori governativi a grandi gruppi industriali, tra cui Samsung, il cui leader de facto, Jay Y. Lee, è in carcere con l’accusa di corruzione, e Hyundai.
Nello scandalo sudcoreano una delle principali responsabili è Choi soon-sil, sessanta anni e figlia di una specie di santone: amica e confidente di Park Geun-Hye da molti anni, la “sciamana” secondo molti si occupava dei discorsi presidenziali, aveva accesso a documenti riservati (come quelli legati ai rapporti tra il Nord e il Sud della Corea), dai media locali definita “una nuova Rasputin”.
Choi Soon-sil, ora in carcere, aveva dichiarato di “meritare la morte per quello che aveva fatto“, ma non è bastato: dopo l’ok del Parlamento per la destituzione di Park Guen-Hye, la conferma della Corte Costituzionale che decreta la fine di un sistema di corruzione perfettamente oliato (almeno fino a pochi mesi fa) all’interno del governo sudcoreano.
La destituzione di Park Geun-Hye ha portato suoi sostenitori in piazza a Seul: durante gli scontri avvenuti con la polizia sarebbero morte due persone. In quello che si annuncia come il periodo più difficile della Corea del Sud da decenni, il nuovo presidente dovrà essere eletto entro 60 giorni: nei sondaggi il favorito sembra essere Moon Jae-in del partito democratico d’opposizione con oltre il 30% dei consensi mentre Hwang Kyo-ahn, attuale primo ministro sudcoreano e capo di Stato ad interim, non raggiungerebbe il 20% delle preferenze.