TTIP: meglio soli che male accompagnati?
Da due anni Stati Uniti e Unione europea discutono di come aumentare lo scambio di prodotti e servizi tra di loro, omologando i loro standard e la qualità dei servizi. Ma si tratta davvero di un bene? E per chi?
OLTRE LE SIGLE – Il TTIP, il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, è un accordo ancora in fase in negoziale tra Stati Uniti e Unione europea.
L’accordo intende creare la più grande zona di libero scambio al mondo, riducendo i dazi doganali tra i due mercati e destituendo, in molti settori, le barriere non tariffarie (regole sanitarie, regolamenti tecnici, standard, ecc).
I testi negoziali (24 capitoli suddivisi in 3 parti) sono disponibilI, in modo integrale e in più lingue, sul sito della Commissione europea. La Commissione successivamente ha anche pubblicato delle schede informative.
I NEGOZIATI – Come riportato dal sito del Parlamento europeo i negoziati sul TTIP, sono stati avviati nel luglio 2013 e alla fine di febbraio 2015 si saranno svolti otto cicli di negoziati.
I numeri in ballo del TTIP sono notevoli: quasi la metà del Pil mondiale e più di 800 milioni di persone potrebbero essere coinvolte da questo accordo.
I DUBBI – Ma perché ci sono ancora tanti dubbi sia da una parte che dall’altra dell’oceano? La risposta è semplice: la paura di creare maggiori profitti, ma dovendo armonizzazione al ribasso le norme tecniche, sanitarie, ecc a vantaggio non dei consumatori ma delle grandi aziende.
In primis la qualità del cibo: nel nuovo continente l’uso di ormoni e organismi geneticamente modificati potrebbe, se l’accordo fosse approvato, portar sulle nostre tavole polli allevati con gli antibiotici e decontaminati con la candeggina, e mele geneticamente modificate che non anneriscono mai.
Non mancano inoltre riserve sulla stabilità dei posti di lavoro: se già oggi delocalizzare il lavoro, trasferendo la produzione di beni e capitali in paesi dove il costo del lavoro è più conveniente, dopo l’approvazione del TTIP sarà ancora più facile.
Infine, anche l’economia ne risentirebbe se il TTIP venisse approvato: le piccole e medie imprese si ritroverebbero a competere ancora di più con le grandi multinazionali.
UN VERO AFFARE MA NON PER NOI – Ogni giorno tra le dure sponde dell’Atlantico vengono scambiati beni per due miliardi di euro.
Gli unici vincitori di questo gioco sarebbero quindi le grandi aziende multinazionali che potrebbero guadagnare ancora di più dall’abbattimento delle tariffe doganali e non tariffarie.
(Fonte immagine: https://www.youtube.com/)
unica precisazione all’articolo: non si tratta dei testi negoziali, ma dei testi di posizionamento dell’UE nel negoziato, cosa un poco diversa (e che non risolve le questioni collegate alla mancanza di trasparenza)
Ciao Alberto,
anzitutto grazie per il commento, le osservazioni e le critiche costruttive fanno sempre piacere.
Durante le ricerche sul TTIP, sul sito della Commissione Europea, Direzione Generale Commercio, ho trovato che i testi negoziali consegnati dall’UE ai negoziatori USA sono i seguenti:
le proposte testuali dell’UE relative alle parti 2 e 3 del TTIP – che descrivono le attese riguardo ai contenuti dell’accordo finale, linea per linea;
i documenti sulla posizione dell’UE – cosa l’UE vuole ottenere nei singoli capitoli.
Questo è il link di cui parlo: http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1250&serie=866&langId=it
Ne so poco sul TTIP, ma fa piacere leggere il punto di vista italiano e non solo quello della UE e dei gruppi politici del Parlamento europeo.