Football NFL: 49ers-Ravens, che Superbowl sia!
Due coach fratelli condurranno le proprie squadre sul palcoscenico più ambito
di Stefano Brienza
È già stato chiamato Harbaugh Bowl, o Harbowl. Non sarà, come non lo è mai stata, una sfida come tutte le altre il Superbowl numero quarantasette. Mille storie, mille destini si uniscono nella ricerca spasmodica del Vince Lombardi Trophy, il trofeo assegnato alla vincitrice di ogni stagione NFL. Uno su tutti: l’incredibile incrocio dei due allenatori fratelli John e Jim.
Figli di un coach che avrà molte interviste da rilasciare in settimana, i due Harbaugh sono a loro modo entrambi dei predestinati. John allena i Baltimore Ravens dal 2008, e fino ad oggi ha offerto alla causa – insieme al quarterback Joe Flacco, che debuttò insieme a lui – una vittoria ai playoff per ogni anno (due nel primo). Ora hanno entrambi la chance di fare il passo decisivo.
Al loro fianco la più grande leggenda vivente di questo Superbowl, Ray Lewis. Probabilmente il più forte linebacker ed uno dei migliori difensori di sempre, il trentasettenne ha incredibilmente portato i Ravens al proprio secondo grande viaggio dopo l’annuncio, fatto prima dei playoff, che queste sarebbero state le sue ultime partite. Le lacrime dopo ogni vittoria, a rimandare sempre più il momento del ritiro, hanno fatto da liet motiv alla cavalcata di Baltimore.
Jim Harbaugh è stato un buon QB NFL per 14 anni prima di dedicarsi al coaching: dopo due titoli NCAA consecutivi con Stanford arriva la chiamata da San Francisco, franchigia storicamente vincente a secco dal ’94. Jim la porta ad una sorprendente Finale di Conference nel 2012, e riesce a ripetersi e superarsi quest’anno. Sarà la seconda sfida contro il fratello: l’anno scorso, nell’incontro familiare organizzato dalla Lega per Thanksgiving, la spuntò John 16-6.
Si affronteranno, infatti, due delle migliori difese della Lega. Vincerà chi farà meno errori e chi riuscirà a trovare più punti sporchi, rubati, in una partita che si preannuncia a punteggio basso. La carta che spariglia tutto, quella che ha in qualche modo portato San Francisco fino a qui, potrebbe essere il QB Colin Kaepernick.
Sceso in campo a metà stagione “grazie” all’infortunio del titolare Smith, Kaep non è più stato tolto da Harbaugh. Con le sue doti di corridore ha reso l’attacco di San Francisco meno prevedibile e le difese avversarie molto vulnerabili alle sue read options, vale a dire alla costante minaccia di poter essere colpiti da un passaggio lungo, da una corsa del temibile runningback Gore o, ancora, da una dello stesso Kaepernick.
Dalla loro i Ravens hanno un Flacco in ottima forma, ormai lanciato verso l’olimpo dei quarterback. La vittoria di domenica a casa dei Patriots dell’icona Tom Brady ha dato una scossa alla sua carriera. Dovrà però ringraziare per sempre la difesa condotta da Lewis e dall’altro fenomeno Ed Reed, capace di tenere a 0 punti l’attacco di New England nel secondo tempo e permettere la rimonta alla squadra in trasferta.
Le due partite di Conference Finals sono state praticamente uguali – è questo l’ennesimo incrocio “da Superbowl”, come in ogni buona storia americana. Pochissime volte è successo che vincessero le due squadre in trasferta, figuriamoci entrambe in rimonta. Anche i 49ers hanno tenuto a 0 l’attacco degli Atlanta Falcons nei secondi 24′, partendo addirittura dallo 0-17.
Una gara, per coincidenze ed aspettative, ai limiti del mistico, come se non bastasse l’etichetta della più grande serata annuale di sport americano a renderla abbastanza attesa. Sicuramente vincerà un Harbaugh. Sicuramente il Mercedes-Benz Superdome di New Orleans si esalterà per lo show di Beyoncè; sicuramente sarà l’ultima partita di Ray Lewis, che commuoverà e si commuoverà qualsiasi cosa accada. Tre febbraio, 0:30 italiane: si gioca il Superbowl, si fa la storia.