La scrittura è donna?
C’è spazio per la donna nel mercato editoriale? Se n’è parlato a Più Libri più Liberi
di Francesca Britti
“Questo è un appuntamento per le donne“. Antonella Santarelli, scrittrice ed editrice di Edizioni Nulla Die, ha presentato così l’incontro tenutosi lo scorso 6 dicembre all’undicesima edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria.
“Una scelta atipica” di fronte alla crisi che stiamo attraversando che coinvolge anche la cultura con i tagli che costringono la chiusura dei battenti di musei, teatri e case editrici. “Una crisi che, secondo la Santarelli, “fa sollevare l’attenzione che le donne hanno verso l’editoria come lettrici e scrittrici“. Un andamento confermato dalle statistiche.
Un titolo su tutti spicca all’attenzione delle lettrici in questo periodo: Cinquanta sfumature di grigio. Un interesse dilagante su cui si sono interrogate le scrittrici presenti al dibattito per presentare i rispettivi libri. Cristina Lattaro con Lusores, Greta Cerretti con La catena, Lucia Guida con Succo di Melograno, Laura de Angelis con Rondini.
“Il successo di Cinquanta sfumature di grigio non vuol dire però che le donne lettrici siano interessate solo alla sfera sessuale. Sarebbe una motivazione semplicistica. Il successo dell’erotico“, ha sostenuto con fermezza la Cerretti, “è dovuto all’immaginazione che nasce nelle donne, non presente nel porno“. Inoltre “questo libro ha avuto la capacità di attrarre l’attenzione di coloro che non leggono molto. Si è creata una curiosità stile soap opera“, ha sottolineato la de Angelis, che ha lanciato un interrogativo sul ruolo delle donne nell’editoria. “Perchè non vengono valorizzate nei premi letterari?”. Forse non interessa alla donna vincere un premio o forse c’è ancora discriminazione?
L’apprezzamento del pubblico femminile verso il libro citato non ha trovato soddisfazione nella scrittrice Guida, che, ricordando un aneddoto sul suo curatore “mi ha consigliato di mettere qualcosa di erotico nel mio libro“, ha espresso il suo disappunto perchè “il mercato editoriale femminile è molto più ricco, e questo è un fenomeno di puro intrattenimento, di evasione dalla (insoddisfacente) quotidianità“.
Ma al centro del dibattito non c’è stato solo il libro “caldo” dell’anno ma anche una riflessione su ciò che per le scrittrici rappresenta scrivere.
Se per la Lattaro la scrittura è evasione (da un mondo maschile da cui è circondata), per la Ceretti significa raccontare la realtà, la verità senza quel falso buonismo che caratterizza (in molti casi) l’essere umano e, di riflesso, l’editoria. “Bisogna esprimere i sentimenti negativi perchè esistono e sono naturali, non vanno repressi“. Al centro delle sue storie le donne, come per la Guida, che pone la figura femminile al centro dell’universo, anche se purtroppo “l’Italia non è un paese per donne perchè non si protegge la loro femminilità“. Con quello che si vede in tv, sui giornali e più comunemente attorno a noi, come darle torto?
E comunque i sentimenti positivi venderebbero poco…