Pazzi Scatenati in giro per la fiera
Un divertente percorso attraverso i temi scottanti dell’editoria
di Giorgia Braico
A prima vista, pazzi scatenati lo sembrano anche loro, gli ospiti presenti all’incontro sul libro Pazzi scatenati – usi e abusi dell’editoria italiana, alla fiera annuale “Più libri più liberi”, a Roma.
C’è l’autore Federico Di Vita, c’è Guido Vitiello (che ha recensito il volume) presente nei panni di “critico”, anche se questa osservazione gli va subito stretta, e, infine, ecco Alessandro Alessandroni della Tic Edizioni, e Marco Zapparoli, editore della Marcos Y Marcos.
Fin dall’inizio, si capisce che non sarà un evento come gli altri. Vitiello e Di Vita si dichiarano subito entusiasti di essere a questa fiera con un libro che “parla male” della fiera stessa, alludendo ad uno dei capitoli più divertenti in cui, tra gli altri, viene raccontato l’aneddoto della presenza di almeno un libro di Erri De Luca in ogni stand.
Scherzi a parte, presentare una nuova pubblicazione è sempre emozionante; provano tutti un certo imbarazzo, tra risatine e lunghi attimi di silenzio, ma poi il discorso parte e si “interrogano” a vicenda sui vari aspetti di questo libro, in versione accresciuta e aggiornata rispetto all’uscita dello scorso anno, e con una copertina tutta nuova, provocatoria, con una grafica ai limiti del grottesco ma che riassume perfettamente il carattere goliardico, anche se di contenuto serissimo, della pubblicazione.
Federico Di Vita illustra subito le motivazioni principali per la stesura di questo testo, ossia il suo trascorso non proprio felice nel campo dell’editoria che lo spinge a voler indagare i motivi che rendono così difficoltoso interfacciarsi con questo “mondo”.
Il libro, attraverso aneddoti, testimonianze ed interviste, mostra, in modo ironico ma scorrevole e ben scritto, tutto ciò che si cela dietro il meccanismo editoriale italiano: reti di contatti, interessi, difficoltà di distribuzione e di pubblicazione di libri che nemmeno arrivano sugli scaffali, fino allo sfruttamento dei lavoratori, in special modo giovani, “ricattati” con la prospettiva di stage in un settore talmente vasto che, per tanti motivi, appassiona ma, per altrettanti motivi, non funziona come dovrebbe, e soprattutto non fornisce un ritorno adeguato alla passione, allo sforzo, ed al grado di qualifica.
Il volume, a detta degli editori, traccia un quadro aggiornato, realistico ma reso in maniera divertente, ed invita alla “coerenza” editoriale, ossia al rispetto delle promesse fatte non solo ai lettori ma anche agli stessi lavoratori del settore.
Dopo un ironico suggerimento, da parte degli altri ospiti, a non dipingere il volume e se stesso all’insegna del “solito lamento del precario”, l’autore viene invitato prima a trovare anche qualche lato positivo in questo ambiente, ed infine a proporre soluzioni, con il classico gioco “che faresti se fossi l’imperatore dell’editoria?”.
Ma la risposta, tagliente quanto sarcastica, arriva puntuale: far chiudere tutte le case editrici!!
Ma lo sfruttamento dei lavoratori e i “ricatti” non sono forse cose da Italia di oggi? Davvero si ritiene che questa cosa sia esclusivamente circoscritta all’editoria e quindi si vuole far passare questo settore come “malato”? Per me è malato il paese, purtroppo.
certo è vero. Nessuno pensa che la questione sia circoscritta all’editoria, ma che abbia dei tratti peculiari che valga la pena approfondire, anche per il fascino che questo settore, già storicamente “povero”, continua a suscitare nelle persone che vorrebbero entrarvi e non ne conoscono minimamente i meccanismi
Appunto per questo … non credo che sia mai stato un mistero la difficoltà che hanno i piccoli editori, qualcuno si è mai chiesto quali sono i loro bilanci e con che sacrifici si va avanti? Questi dati sarebbero da inchiesta giornalistica. Invece di dire chiudiamoli tutti, ci si dovrebbe interrogare sul perché si è in questo stato. Altrimenti eliminiamo tutta la varietà che per fortuna esiste nel nostro paese, a favore dei grandi gruppi (in qualsiasi settore) che danno lavoro sfruttando ugualmente e spesso ricattando. Non ci prendiamo in giro.
Le difficoltà certo ci sono. Ma non vanno risolte con il precariato. Non si puo’ pensare di risolvere tutto così in barba hai diritti minimi di chi lavora, sfruttando e continuando a sfruttare chi lavora. Non credo che il libro, almeno da quello che ho capito io nella presentazione sia un assist per i grandi gruppi ( infatti e’ stato pubblicato da una piccola casa editrice) ma solo chiede più diritti e meno sfruttamento .
sono pasquale colaps, all’interno del libro esiste una mia ampia intervista che ho rilasciato all’autore, come ex direttore della PDE ROMA, devo dire è stato divertente