Gifuni, Gadda e l’esperienza sensoriale
Virtuosismi linguistici ed emozioni profonde nella lettura di Gadda da parte di Gifuni
di Caterina Mirijello
Raccolto in scrupoloso silenzio, il pubblico che affolla senza ritegno la sala Diamante del Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma è pronta. Alle 16 inizia la lettura di “Quer Pasticciaccio Brutto de via Merulana” e Fabrizio Gifuni presterà la sua voce alla folla numerosa per immergersi in una realtà che solo la letteratura e le parole sanno riportare in vita.
Più Libri più Liberi regala, anche quest’anno, uno degli eventi più seguiti e questo grazie alla bravura e tecnica con cui Gifuni ha padroneggiato la scena.
Non si è trattato solo di una magistrale interpretazione bensì di una materializzazione dei personaggi, degli ambienti, delle circostanze in quei pochi metri quadri rimasti liberi nella sala.
Alcuni passi brevi del libro vengono possentemente recitati. Gifuni non si limita. La sua voce passa da un tono caldo, rassicurante e tranquillo, tipico del narratore a toni più forti e rauchi, in cui la sonorità del romanesco apre la strada ai brusii e fruscii di sottofondo. Le descrizioni delle scene, in cui Gadda eccelle per scrupolosità di dettagli e capacità espressiva, paiono acquistare ancora più valore.
La voce dell’attore modula la prosodia del discorso, e via via divien più galoppante e variegata nella descrizione del mercato di Piazza Vittorio.
Se solo ci si guarda attorno si capisce di essere circondati da persone in trance. Sguardi fissi su un punto, occhi chiusi, gente adulta, giovani trentenni, tutti in sacro ascolto verso un attore che pare esprimere le personalità di tutti i personaggi che popolano questo romanzo. Gifuni non solo articola gli accenti e demarca i passaggi di punti di vista e di parola, ma cerca di dar respiro in pieno e a tutto tondo alle personalità narrate da Gadda.
Così, quando impettito, quando ricurvo e con voce più debole e tremolante, quando intento a ricreare anche i tic che caratterizzano i personaggi a cui dà voce, Fabrizio Gifuni dimostra quanto vasto e ricco fosse l’universo di Gadda.
Egli, nelle poche pause che si concede, colloquia con il pubblico mettendo in evidenza la profondità e vastità linguistica di questo scrittore. Il testo non regala solo un’esperienza sensoriale ma snocciola l’elaboratezza di un capolavoro, in cui gli stili si fondono e la grandezza linguistica oltrepassa qualsiasi aspettativa.