Road to Europee 2014 – I paladini dell’austerità: alla scoperta del gruppo del Partito Popolare Europeo
È il gruppo politico più numeroso e più antico del parlamento europeo, la cui storia procede di pari passo allo sviluppo delle istituzioni europee. Si presenta come difensore delle politiche di austerità finora poste in essere per fronteggiare la crisi. Non per nulla vi fa parte, tra gli altri partiti, la CDU tedesca di Angela Merkel
di Marco Assab
La storia del Gruppo del Partito Popolare Europeo segue di pari passo la nascita e lo sviluppo delle istituzioni europee. Si tratta infatti del più antico gruppo politico, nonché il più numeroso dal 1999. È costituito dal Partito Popolare Europeo e da svariati partiti nazionali di ispirazione conservatrice i quali, pur non facendo parte del Ppe, hanno scelto di aderire al gruppo parlamentare.
Qualora il lettore desiderasse chiarimenti sulle differenze tra gruppi, partiti politici europei e nazionali, su come essi si includono l’un l’altro dando vita alle formazioni parlamentari europee, rimandiamo al precedente articolo sull’Alde.
Nella legislatura che sta per volgere al termine, ossia la VII, il Gruppo del Ppe conta 265 eurodeputati ed è composto da grandi partiti nazionali come l’Unione Cristiano Democratica di Germania (la CDU di Angela Merkel), l’Unione per un Movimento Popolare (l’UMP Francese dell’ex presidente Sarkozy), il Partito Popolare Spagnolo, Piattaforma Civica (attualmente il principale partito polacco) e, per quanto riguarda il nostro Paese, troviamo Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Udc . Si tratta in sostanza, ad eccezione dell’Udc, del defunto Popolo della Libertà.
Come già accennato la storia di questo gruppo parte da lontano, precisamente dalla nascita della CECA (comunità europea del carbone e dell’acciaio) il cui regolamento dell’Assemblea comune non prevedeva gruppi politici fino al Giugno del 1953, a partire dal quale si formarono tre raggruppamenti: quello liberale, quello socialista e quello democristiano; quest’ultimo sarà il futuro gruppo del Ppe. I partiti centristi/democristiani delle nazioni costituenti la Ceca, ossia Italia, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, danno vita dunque al Gruppo Democratico Cristiano.
Nel 1976 si verifica una svolta importante nella storia della politica europea: nasce il primo partito transnazionale europeo. I partiti nazionali componenti il Gruppo Democratico Cristiano, tra i quali anche la DC italiana, decidono di dare vita al Partito Popolare Europeo. Successivamente nel 1979 il gruppo assume la denominazione corrente di Gruppo del Partito Popolare Europeo, partecipando alle prime elezioni dirette del parlamento.
Interessante risulta essere l’analisi dell’evoluzione ideologica del gruppo. Nato infatti come espressione europea di soli partiti democristiani, centristi, a partire dagli anni ‘80 si è manifestata una costante svolta conservatrice tendente a destra. Nel 1981 si registra l’adesione del partito conservatore greco Nuova Democrazia, nel 1992 fanno il loro ingresso i conservatori danesi e britannici e, nel 1998, è Forza Italia (partito italiano di centro-destra) ad inserirsi nel gruppo. Fino al 1999 il gruppo del Ppe è il secondo per numero di europarlamentari dietro i socialisti, ma proprio in quell’anno conquista alle elezioni 233 seggi diventando la prima formazione parlamentare, mantenendo in seguito questo primato fino ad oggi.
Il capogruppo attuale è il francese Joseph Daul, sindacalista e politico francese appartenente all’Ump. Il candidato alla presidenza della commissione europea è Jean-Claude Juncker, già presidente del consiglio europeo (dal 1° Luglio 1997 al 31 Dicembre 1997) e primo ministro del Lussemburgo dal 1995 al 2013.
Non saranno elezioni semplici per il gruppo del Ppe il quale, nell’immaginario collettivo del corpo elettorale, rappresenta ciò che in questo momento viene più avversato: le politiche di austerity. Nel 2009 Juncker appoggiò inizialmente la linea dell’austerità ma, successivamente, si mostrò critico nei riguardi dell’asse franco-tedesca costituita da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. In definitiva il candidato popolare alla presidenza della commissione è un convinto europeista, sostenitore dell’irreversibilità dell’euro e della giustezza delle misure attraverso le quali l’Europa ha affrontato la crisi.
Tali posizioni non risultano essere però in piena sintonia con i partiti del centro-destra italiano. Non è un mistero infatti che negli ultimi mesi, con ogni probabilità per fini esclusivamente elettorali, Forza Italia in primis e poi Ncd a seguire, hanno manifestato posizioni di contrarietà all’austerità con qualche vena polemica nei riguardi della Germania. Non ci soffermiamo poi troppo sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi in merito ai tedeschi e l’olocausto, affermazioni che hanno gettato nel più profondo imbarazzo il Partito Popolare Europeo e, prima di tutti, Angela Merkel, che con la sua CDU tedesca rappresenta una fetta importantissima (indispensabile) del Ppe. Da più parti si sono levate voci di forte protesta, talune delle quali culminate con la richiesta di espulsione di Forza Italia dal Ppe.
È noto a tutti che calcoli e numeri elettorali contano non solo a casa nostra, all’interno del tanto vituperato parlamento di Roma, ma anche in Europa, e quei 15/20 seggi che FI con ogni probabilità conquisterà potrebbero risultare più che utili in un momento piuttosto delicato. Per ora quindi, va bene manifestare tutta l’indignazione di questo mondo ma meglio tenersi stretto l’alleato italiano. In definitiva la domanda che più suscita interesse è: riuscirà il gruppo del Ppe a mantenere i suoi numeri in parlamento e quindi un’alta percentuale di consensi, continuando a difendere le tanto avversate politiche di austerità?
Quanto alle altre formazioni italiane a sostegno del gruppo del Ppe, il Ncd di Angelino Alfano ha deciso di presentare una lista in comune con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Recenti sondaggi attestano la lista intorno al 5%, mentre Forza Italia oscilla tra il 18 e il 19%. Conosciamo ormai bene la cronica inaffidabilità dei sondaggi la quale, unita alle capacità istrioniche di Berlusconi in campagna elettorale, potrebbe lasciare spazio a sorprese. In male o in peggio? Lo decideranno gli italiani.
(fonte immmagine: http://www.marinofardelli.it/)
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