Che la truffa online abbia inizio
Il furto d’identità è un caso in continua crescita in tutto il mondo. Sempre di più gli ignari navigatori, che sul web, vengono derubati con un semplice click
di Serena Santoli
Alessandro è un lavoratore di 34 anni, vive a Milano, e ha subito un furto d’identità. Lavorava tranquillamente alla sua postazione con il computer, fin quando non ha visitato una pagina, apparentemente innocua, che in realtà riportava gran parte delle sue immagini, sul nome di un altro.
Un fenomeno in continua ascesa, in Italia come anche in Europa. Rubare l’identità attraverso il web, ma anche la possibilità di impadronirsi dei conti della persona a cui si ha rubato e commettere delle infrazioni a nome di un terzo, è un reato grave.
La parola non è nuova, se si pensa a quante lamentele e denunce sono insorte, nell’era dei social network, per diffamazione in rete. Senza dubbio, scoprire che altri utenti gestiscono un profilo munito di proprie foto, non fa di certo piacere. C’è chi si permette di utilizzare dati e immagini altrui, quasi screditando la persona vera, o chi invece, li stravolge sperando di passare inosservato.
Secondo uno studio della Symantec, azienda che si occupa di informatica, si stima che nel 2011 siano state messe a rischio circa 187 milioni di identità. L’Italia si posiziona come nono paese più colpito al mondo. È vero che giovani, ma anche adulti, nel momento in cui creano account nuovi, fanno degli acquisti, non pensano affatto di poter correre un rischio così alto. Ma questi ladri, che molto più comunemente vengono chiamati hackers, sono sempre più abili, e violano come se nulla fosse le regole.
E che al giorno d’oggi non esistessero più segreti e limiti sul web, non è di certo una novità. Ma pensare che spopolino persino i test del DNA, fa un certo effetto. A spiegare questo particolare condizione è stato Sergio Pistoi, biologo e autore del libro ‘Il Dna incontra Facebook’ (saggio edito da Marsilio): “Chi decide di aderire a questi siti, accetta che le sue caratteristiche genetiche siano analizzate e usate per trovare parenti lontani sparsi ai quattro angoli del mondo, di cui magari non sospettava neppure l’esistenza”.
Ma una grande preoccupazione si sposta anche verso la fascia dei minorenni, che navigano in rete e possiedono già un profilo su un social network. Per non parlare poi del recentissimo episodio accaduto ad Andora, in provincia di Savona, in cui alcuni ladri di identità hanno aperto dei profili Facebook, a docenti delle scuole medie. Non solo, ma questi abili truffatori hanno ben pensato di chattare, sempre tramite questi falsi utenti, con alunni e insegnanti dell’istituto.
Tutelarsi e difendersi quanto più possibile da questo fenomeno è possibile? Ebbene, sarà opportuno prendere delle precauzioni. Inutile dire che la scelta di un buon software antivirus, con un aggiornamento continuo del programma operativo, sarà un ottimo inizio. A concludere, più dal punto di vista sociale, sarà quello dell’utilizzo sano e consapevole della rete, in particolare dei social network.