Spazio pubblicità
Diffusi i dati Nielsen sul valore degli investimenti pubblicitari nei media. Bene per TV, radio e cinema; momento negativo per la carta stampata. Per la Strategy Analytics, nel 2021 l’advertising per il mobile video toccherà 25 miliardi di dollari
di Martina Zaralli
su Twitter @MartinaZaralli
È una forma di comunicazione di massa che crea consenso intorno alla propria immagine. Può essere televisiva, radiofonica, social, progresso, senza dubbio suadente: Signore e Signori, benvenuti nel caleidoscopico mondo della pubblicità!
Spot, slogan, immagini. E poi di nuovo spot, slogan, immagini in un rapido e fantasmagorico susseguirsi di attimi che ci attraggono inevitabilmente verso quel prodotto, quel viaggio, quel servizio. Non c’è storia: noi vogliamo proprio quello. Ogni giorno siamo attratti da nuovi bisogni indotti, ma quanto valgono gli investimenti pubblicitari?
Sono stati diffusi i dati Nielsen sul mercato italiano dell’advertising: da gennaio a maggio (periodo del rilevamento), il piccolo schermo conquista il primo posto, la fetta di torta più grande e più farcita con il 50% del totale degli investimenti.
Rispetto al 2015, la pubblicità in televisione registra un +6,1%, passando da un valore di 1.631.034 euro dell’anno scorso a 1.730.093 del 2016. Guardando singolarmente i vari broadcaster TV, Mediaset guida la classifica con 972.475 euro, seguita da RAI con 382.594 euro, Sky con 207.187 euro, Discovery con 96.920 euro e La 7 con 70.917 euro (dati elaborati da ItaliaOggi in migliaia di euro).
Positivi anche altri settori: radio (+1,2% a maggio e +2 di consolidamento), cinema (+18,6%) e web (+7,7% a maggio e +8,1 nei cinque mesi).
Momento negativo invece per la carta stampata. I quotidiani segnano un -10,6% (a maggio) e un -1,7% nei cinque mesi; i periodici un -10,1 % (a maggio) e un -3,6 % durante l’intero periodo di rilevazione.
L’importanza dei giornali è ben sottolineata dallo studio “made in UK” del gruppo Omnicom condotto per Newsworks, società di consulenza di marketing dei principali gruppi britannici di quotidiani. Come mostra la ricerca, l’impatto dell’advertising sui newspaper è tale da triplicare l’efficacia delle campagne pubblicitarie basate su altri canali di comunicazione.
Attenzione al web. Anche se di fatto spinge il mercato degli investimenti pubblicitari, la Nielsen monitora la parte di ricerca e social (principalmente quindi Google e Facebook), ma ne valuta solo l’impatto sul mercato.
La rilevanza del web nell’Olimpo dell’economia digitale, oltre ad essere toccata dai dati Nielsen, è ben fotografata dalla Strategy Analytic che in un suo recentissimo report traccia le linee previsionali sul valore della pubblicità, nei prossimi cinque anni, grazie al mobile video.
L’advertising nel 2021 toccherà quota 25 miliardi di dollari. La ragione sta nel fatto che i teenager preferiscono lo schermo degli smartphone a quello del televisore – il social puntato sempre più sulla platea globale di utenti con le dirette streaming di Facebook, la condivisione di video con Snapchat, l’aumento della durata dei video su Twitter.
Monetizzazione. Una collisione di elementi che dunque spingerà gli inserzionisti pubblicitari a puntare su tablet e telefonini, o su tutto ciò che è connesso ad Internet, con contenuti fruibile in qualunque momento. Strategie che tradotte in numeri diventano il 66% dei ricavi globali generati dall’advertising cibernetica, una percentuale che potrebbe essere raggiunta senza difficoltà tra cinque anni, una stima corredata poi da un numero di spettatori di due miliardi circa.
Pubblicità online che ben si coniuga con gli intenti delle imprese 2.0, un’unione sinonimo, nell’era del risparmia – tempo, di messaggi mirati in base ai gusti degli utenti.
Quanto questo ci piaccia, lo scopriremo dopo una breve pausa pubblicitaria!