Straniero, invasore, esule o altro?

Tempo di lettura 2 minuti

Lo straniero. Riflessioni sull’origine del termine alla presentazione del libro di Alessandro Barbero e Maurizio Bettini

di Francesca Britti

fonte immagine:en. maremagnum. com

fonte immagine:en. maremagnum. com

Chi è lo straniero? Alessandro Barbero e Maurizio Bettini hanno presentato alla Fiera della piccola e media editoria il loro libro Straniero l’invasore, l’esule e l’altro, coordinati da Danco Singer.

Alessandro Barbero è professore ordinario di Storia Medievale all’ Università degli studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” a Vercelli. Collaboratore de La Stampa e della Rai, ha vinto il premio Strega nel 1996 con l’opera “Bella vita e guerre altrui di Mr Pyle gentiluomo.

Maurizio Bettini è un classicista e scrittore, docente di Filologia Classica alla Facoltà di Lettere dell’Università di Siena, dove ha fondato con altri studiosi il Centro “Antropologia e Mondo Antico”. Collabora per la pagina culturale di Repubblica.

Un aggettivo costante nella nostra vita quotidiana, su cui gli autori hanno fatto delle considerazioni dato anche il contesto socio-culturale che viviamo oggi, in cui gli sbarchi degli stranieri o più semplicemente il contatto (confronto-scontro) con “l’altro” italiano sono all’ordine del giorno.

Da dove nasce questo distacco dallo straniero? In entrambi i casi dalla non conoscenza. La paura di non poter comunicare e comprendere l’altro spinge l’essere umano a rifiutare una qualsivoglia relazione interpersonale. La lingua come strumento e al tempo stesso ostacolo per l’approccio verso l’altro. La lingua “madre dell’identità e matrice per contro della diffidenza verso l’altro”.

Nella concezione dell’italiano lo straniero rimane qualcuno che non è italiano“, ha affermato Alessandro Barbero, “ma nel Risorgimento lo straniero era visto come l’oppressore“. Ma ancor prima, nel Medioevo, hanno ricordato gli autori, lo straniero era l’esule. Basti pensare a De Sanctis, esule in Piemonte, che scrisse una lettera ad un amico di Napoli raccontandogli del senso di solitudine che viveva.

Il saggio di Bettini si snoda attraverso i testi dell’esule Ovidio, di Virgilio, Ennio e Plauto. Mentre quello di Barbero parte da Garibaldi e passa per Boccaccio, Tasso e Manzoni. Ne emerge che qualunque sia il significato attribuito al termine straniero nella storia italiana ha contribuito notevolmente alla “costruzione della nostra identità nazionale.

Potrebbero interessarti anche...

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, scrivi a ghigliottina.it@gmail.com. Cookie Law

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, scrivi a ghigliottina.it@gmail.com.

Chiudi