EYHO, che Bomba!
Domenica 9 I Piano For Airport hanno presentato il loro nuovo EP all’INIT. Se non c’eravate, avete perso 50 pezzi esclusivi
di Valentina Palermi
No, non avete letto male. Si tratta di un EP, cinque brani con un sound synthetico e tagliente, proprio come il vento gelido che attraversa in quella serata questo pezzo di Capitale. A due anni di distanza da Another Sunday on Saturn, loro primo full length registrato con la co-produzione di Ernesto Ranieri al Soundclub Recording di Marino, domenica 9 dicembre i Piano For Airport sono “tornati sulla Terra” con un lavoro cold&cool, che mescola atmosfere lunari a paesaggi terreni, i Placebo ai Killers, l’elettronica al rock.
All’entrata del locale 50 pezzi, 50 copie limitate del nuovo cd, realizzate appositamente per il concerto. La neve ha bloccato l’arrivo delle reali custodie del disco dei PFA, loro si sono arrese al freddo tra Pian del Voglio e Barberino del Mugello…o forse nel traffico del Ponte dell’Immacolata.
Il release di EYHO è stato accolto sul palco dell’INIT, dalle luci dei braccialetti luminosi distribuiti prima del concerto (e sembra per un attimo di fare da coro a Mylo Xiloto), dai video di Marco Morici e Oblivious Artefacts, e da tante persone che ormai non perdono nemmeno un live di questi quattro ragazzi “underground/indie/alternative/romanisti” dell’assolata provincia romana, uniti dall’estate del 2007.
Lorenzo Lupi, Massimo Pastori, Stefano (Berna) Bernardini e Marco Reda ci inquietano e ci scuotono dal torpore, ci regalano angoli caldi, teneri e sinceri, altalenando tra vecchie e nuove canzoni. Da “Overturn The Lap”, a “Eat Your Heart Out” (da cui l’EP prende il titolo) e l’ultima, “Discipline”, “un’ auto-disciplina, un mantra, una “regola” da imporre a se stessi…o almeno di provarci”
Loro lo Stivale l’hanno consumato, quest’estate, tra Onda Wave di Messina, Mugello Music Festival di Firenze e Italia Wave Love Festival, trovando anche il tempo di una piacevole session con gli amichetti dell’Orchestrina Marina, ultimo capitolo derivato da ASOS.
Un vagare che non nasconde insoddisfazione: “a noi la scena romana (fatta di locali, eventi, webzine, radio.. che si reggono su gente in gamba, con idee e voglia – persone che fanno il loro lavoro con passione e con qualità – ciò che conta al di là dei pochi ‘spazi’) piace molto.”
Roma offrirà pure spazi fisici limitati alla musica indipendente, ma “la claustrofobia non è geografica, semmai culturale… portare la tua musica fuori ti da la dimensione di quello che stai facendo, il feedback non arriva dalla tua cerchia e diventa uno stimolo molto più forte”. E che gli ha dato una nuova grinta.
Hanno girato l’Italia presentando il singolo “I’ve just killed Thom Yorke”, e finalmente abbiamo avuto una buona occasione per osservare la buia scena del crimine. Il suo “bel” profilo nero sul loro bel singolo in technicolor non lascia dubbi sul rapporto che li lega, definito edipico, o forse sì.
“Cos’è il tempo? Se non me lo chiedi lo so…se me lo chiedi non lo so più.” Per i PFA, Sant’Agostino pensava del Tempo quello che loro pensano dei Radiohead: “se ce lo chiedete non lo sappiamo più! A questo punto sarebbe interessante andarsi a leggere quei stupendi capitoli che Sant’Agostino dedica ai Radiohead e a Thom Yorke.”
Solidi precetti filosofici morali e rurali. Ma chissà se sarebbero disposti a scendere a compromessi per la firma di un contratto con una major “Ma noi siamo già con una major e siamo già scesi a compromessi con lei! ‘Bomba Dischi’, la major che ci segue, non ti impone la musica da scrivere, non ti chiede di fare un tot di dischi o di date l’anno…vuole solo il tuo amore, e noi l’amiamo!”
Per il momento cerco di convincerli ad autografarmi una delle copie limited edition. Magari saliranno alla ribalta..Diventassi ricca un domani, visto il weekend, sarebbe un colpo della Madonna!