Marc Marquez nella storia della MotoGP
Il pilota spagnolo si piazza terzo sul circuito di Valencia, quanto basta per aggiudicarsi il mondiale nello stesso anno del suo debutto e a soli 20 anni
di Marina Cavaliere
su Twitter @CavaliereMarina
Sei vittorie, 16 podi e 9 pole position in 18 gare, pilota più giovane di sempre a vincere un gran premio in MotoGP e a laurearsi campione del mondo, scrivendo la storia delle due ruote. Marc Marquez era destinato a fare grandi cose ma a vincere il mondiale nello stesso anno del suo esordio nella classe regina, sicuramente neanche lui ci pensava.
Che il ragazzo avesse stoffa da vendere si sapeva già da un po’, da quando a soli 15 anni ha conquistato il titolo mondiale della 125 e poi quello in Moto2, imponendo in maniera sempre più insistente il suo nome nell’ambiente. Fino all’esordio in MotoGP, dove ci ha messo meno di un anno per farsi conoscere e rimanere nella leggenda.
L’atto finale della sua scalata verso il successo si è girato proprio nella sua Spagna, sul circuito di Valencia dove al “baby champion” (così come è stato definito dalla sua scuderia sulle maglie celebrative) è bastato un tranquillissimo terzo posto per mantenere saldo il controllo della classifica mondiale. Un podio peraltro tutto spagnolo con Lorenzo al primo posto seguito dall’eterno sfortunato Dani Pedrosa, che proprio non riesce a centrare l’obiettivo mondiale.
In questa ultima gara della MotoGP Marquez ha dimostrato di avere anche molto cervello, dapprima controllando la gara senza inutili eccessi e poi concedendo generosamente al compagno di scuderia un secondo posto che a lui poco avrebbe cambiato nell’ottica mondiale.
Tutto perfetto dunque, tutto è andato com’è giusto che andasse: non ci siamo trovati di fronte solo al predestinato, a colui che senza troppi dubbi riscriverà la storia delle due ruote, ma anche davanti a un ragazzino col sorriso contagioso sempre stampato sul volto, con mamma, papà e fratellino sempre al seguito, gli stessi con cui torna a casa dopo le gare.
“Una stagione incredibile, a metà campionato ho capito che potevo farcela, ma sapevo che sarebbe stato difficile, Lorenzo ha fatto un grandissimo lavoro” sono state le parole a caldo del neo campione del mondo che ha giustamente elogiato l’unico avversario che avrebbe potuto seriamente soffiargli il titolo. “Ora sono in una nube, in un sogno; mi ricordo solo la difficoltà di stare calmo: davanti a tutti i miei tifosi qualcosa mi diceva di lottare con Pedrosa e Lorenzo e qualcosa mi diceva di stare calmo”.
L’impresa di vincere all’esordio non era riuscita neanche a Valentino Rossi che forse, proprio nello spagnolo, ha trovato il suo degno erede: “Marc è stato bravissimo ma speriamo che il prossimo anno non migliori tanto”, dice scherzando il nove volte campione del mondo. “È stato bravissimo, ha fatto una cosa pazzesca, ha scritto una pagina di storia del motociclismo”.
Il Dottore, arrivato quarto a Valencia, chiude nella stessa posizione anche la classifica mondiale nell’anno del suo ritorno in Yamaha, inebriata però dalle imprese dell’altro campione del mondo uscente Jorge Lorenzo che sul circuito spagnolo si è battuto come un leone nel vano tentativo di riconfermarsi campione. “Devo fare i miei complimenti a Marc Marquez, è il campione del mondo più giusto – ha detto Lorenzo a fine gara –. Prima del weekend pensavamo ad una strategia di fuga, poi abbiamo cambiato idea provando a tenere il gruppo compatto. Ho fatto così all’inizio poi ho capito che gli altri erano troppo lenti e ho accelerato”.
Il quinto a passare sotto la bandiera a scacchi è stato Bautista, seguito da Bradl, Smith e dalle Ducati di Hayden, Dovizioso e Pirro.
Cala così il sipario sulla Motogp che quest’anno va in vacanza ricca di una una nuova, grande eredità: un ragazzo che, a soli 20 anni, è riuscito ad archiviare già tre mondiali in tre categorie diverse e che promette spettacolo così come quello che ci ha fatto già vedere quest’anno.