Sci Alpino: dalla “A” di Alta Badia alla “S” di Sochi, tutto l’alfabeto della nuova stagione

Tempo di lettura 8 minuti

Con il tradizionale gigante di Soelden di fine ottobre si è aperta la Coppa del Mondo di sci 2013/2014, arricchita dalla parentesi olimpica di febbraio in Russia. Scopriamo, in rigoroso ordine alfabetico, eventi e protagonisti della nuova stagione del circo bianco

di Paolo Pappagallo
su Twitter @paul_parrot

sochi-2014Quando si dice “rompere il ghiaccio”: uno step fondamentale per l’inizio di una nuova cavalcata sportiva, un evento a dir poco letterale per l’élite del mondo di lamine e sciolina. Per il dodicesimo anno consecutivo – eccezion fatta nel 2006, quando il meteo costrinse all’annullamento delle gare – la caccia alla coppa di cristallo dello sci alpino è ripartita dal ghiacciaio Rettenbach, quota 3.000 metri nel comprensorio tirolese di Soelden, con il primo gigante maschile e femminile del calendario 2013-2014.

Subito primi squilli d’autore sia tra gli uomini che tra le donne, con i successi netti e inappuntabili rispettivamente del tri-campione mondiale americano Ted Ligety e del talentuosissimo “bocciolo” svizzero Lara Gut. Due gemme, in attesa degli slalom speciali di questo weekend sulle nevi finlandesi di Levi e delle risposte al mittente di Marcel Hirscher e Tina Maze, i veri “cannibali” della scorsa stagione, fomentati dagli aneliti di riconferma al vertice mondiale e dall’appuntamento tutt’altro che extra omnes con i Giochi di Sochi – e in particolare con l’oro olimpico, ultima vera casella ancora da spuntare all’interno del mostruoso palmarès di entrambi.

Una stagione ricca di spunti e protagonisti, con la pattuglia azzurra tra riconferme tutt’altro che semplici al maschile e necessità di risultati confortanti per la “valanga rosa”, che andiamo a scoprire con un ideale alfabeto del circo bianco in versione short: dalla “A” di Alta Badia alla “S” di Sochi, ma anche di Soelden, i confini del viaggio di quest’anno per i signori delle discese sul manto bianco.

A come Alta Badia: l’immancabile appuntamento con il gigante maschile sulla Gran Risa, il 22 dicembre, chiuderà il weekend dolomitico aperto da super-g e discesa libera sulla Saslong della Val Gardena. Tre le tappe previste per gli uomini nel nostro paese – chiuderà il mini tour tricolore la discesa di Bormio il 29 dicembre – da sempre foriere di ottimi risultati per la “valanga azzurra”: Blardone  vinse sulla Gran Risa nel 2012, Marsaglia e Heel finirono entrambi sul podio un anno fa nel super-g della Saslong. Niente da fare per Madonna di Campiglio, quest’anno fuori dal calendario dopo gli slalom speciali di fine dicembre sulla 3-Tre delle ultime due stagioni.

B come Bode Miller: il funambolo americano, ex campione olimpico e mondiale, 36 anni appena compiuti, è rientrato nel circuito dopo un anno e mezzo di assenza, un po’ per i persistenti problemi al ginocchio destro, un po’ per scelta sabbatica dopo il matrimonio e la nascita del primo figlio. Fuori dai giochi in termini di prospettive stagionali ai vertici delle classifiche, il ritorno di Bode può riportare lo spettacolo – e un po’ di pepe tra gli addetti ai lavori – ai massimi livelli: resta da capire se la famiglia, nel frattempo, lo avrà aiutato a mettere la testa a posto o se non mancheranno neppure stavolta feroci litigi con compagni e staff o spericolate discese da circo in equilibrio su uno sci solo.

C come Cortina: la “Perla delle Dolomiti” rimane evento cardine, nonché unica tappa nel Belpaese, all’interno del calendario femminile. Appuntamento con la pista Olimpia delle Tofane, come da tradizione, il terzo weekend di gennaio con la discesa libera il 18 e il super-g previsto il giorno seguente. Qui, nel 2012 in discesa, vinse Daniela Merighetti, ultimo successo in Coppa del Mondo per un’atleta azzurra prima dell’inizio del digiuno di successi in atto da 37 gare. Un auspicio perché la valanga rosa possa tornare, quanto prima, a “rotolare” sulle avversarie dal gradino più alto del podio.

Manfred Moelgg a Soelden nel 2012 (fonte immagine: fiammegialle.org, copyright PHOTO ELVIS)

Manfred Moelgg a Soelden nel 2012 (fonte immagine: fiammegialle.org, copyright PHOTO ELVIS)

D come Discesa Libera: a livello quantitativo è la gara più presente nei calendari di quest’anno. Nove gli appuntamenti previsti sia nel maschile (Lake Louise, Beaver Creek, Val Gardena, Bormio, Wengen, Kitzbuhel, Garmisch-Partenkirchen, Kvitfjell e Lenzerheide) sia nel femminile (Beaver Creek, Lake Louise 1, Lake Louise 2, Val-d’Isère, Altenmarkt, Cortina d’Ampezzo, Garmisch, Crans Montana, Lenzerheide) per i tecnici dell’altissima velocità: Svindal da una parte e Vonn – l’anno scorso davanti alla Maze di un solo punto nella classifica di specialità – i maestri da battere.

E come Exploit: come quello che dovrà tentare di ripetere la pattuglia azzurra al maschile dopo gli ottimi risultati della scorsa stagione. Dalla top ten raggiunta da Moelgg – settimo – e Innerhofer – decimo – in classifica generale, ai sei piazzamenti tra i primi cinque nelle classifiche di specialità tra discesa, gigante, slalom e super-g, l’obiettivo è tentare l’assalto alle medaglie di Sochi da protagonisti, soprattutto nelle discipline veloci.

F come (Anna) Fenninger: la 24enne di Salisburgo, terza lo scorso anno in classifica generale, è chiamata in questa stagione alla definitiva maturazione per attaccare – Vonn permettendo – la feroce leadership della campionessa uscente Tina Maze. Notevoli le pressioni che la giovane austriaca, sulla quale ha investito un nuovo grande sponsor già partner di Hirscher e in passato di Hermann Maier, dovrà affrontare per tentare di riportare il proprio paese ad un titolo mondiale femminile che manca da quasi 7 anni (nel 2007 Nicole Hosp davanti alla connazionale Marlies Schild).

G come Giuliano Razzoli: il “Razzo” emiliano, oro olimpico a Vancouver quattro anni fa, è chiamato non solo a difendere il titolo nello slalom, ma ad un’autentica prova d’orgoglio dopo le ultime stagioni difficili, condite da molti problemi fisici e troppi passaggi a vuoto, in corrispondenza do altrettante inforcate. Il momento di dimostrare che il trionfo del 2010 in Canada non fu un semplice caso è arrivato: allora si trattò dell’unica medaglia nello sci alpino della spedizione azzurra, l’obiettivo quest’anno è che tutta la squadra possa dar seguito alle ultime, complessive brillanti stagioni.

H come (Marcel) Hirscher: il “cannibale”, il nuovo Hermann Maier, si ripresenta nel circuito come in assoluto l’uomo da battere, tanto in classifica generale quanto soprattutto nelle specialità tecnica, nella corsa alle medaglie olimpiche e alla terza Coppa del Mondo di cristallo consecutiva. I risultati della scorsa stagione sembrano un anatema per la concorrenza: 18 podi su 20 gare disputate, 9 podi su 9 gare (4 vittorie, 4 secondi e 1 terzo) in slalom speciale, 7 podi su 8 gare (1 vittoria, 5 secondi posti e 1 terzo) in slalom gigante e 2 podi su 2 gare (1 vittoria e 1 secondo posto) nel parallelo. Un mostro al quale il calendario, con 17 gare tra gigante e speciale con le 15 tra discesa e super-g, può dare un aiutino non da poco.

I come Incidenti: una variabile fortunatamente in netta diminuzione negli ultimi anni nelle gare di Coppa del Mondo, anche per merito di tracciature di percorso spesso più accorte e dell’implementazione dei sistemi di protezioni a bordo pista. Da segnalare, la scorsa stagione, il terrificante incidente occorso sulla Streif di Kitzbuhel al nostro Peter Fill, letteralmente volato oltre le reti ma per fortuna cavatosela solo con i polsi doloranti e uno sci rotto. Peggio andò, sempre sulla stessa pista allo svizzero Daniel Albrecht e all’austriaco Hans Grugger, entrambi sottoposti a delicatissime operazioni chirurgiche e infine costretti ad appendere gli attacchi al chiodo.

Lindsay Vonn (fonte immagine: mondoneve.it)

Lindsay Vonn (fonte immagine: mondoneve.it)

L come Lindsey Vonn: meno di un anno dopo il terribile incidente nel super-g mondiale a Schladming – diagnosi spaventosa: frattura del piatto tibiale laterale, rottura del legamento crociato anteriore, rottura del collaterale mediale, rottura del setto nasale con conseguente lieve trauma cranico – la 29enne americana, quattro volte campionessa del mondo, è pronta a rientrare in gara sin dai primi di dicembre a Beaver Creek in quello che possiamo considerare, a tutti gli effetti, l’inizio di una nuova carriera. Difficile fare previsioni sui piazzamenti in classifica e sui risultati olimpici, ma una cosa è certa: una determinazione e una ferocia agonistica del genere meritano uno chapeau generale, non solo del mondo dello sci.

M come (Tina) Maze: la campionessa uscente, l’anno scorso record woman di sempre in termini di punti nella classifica generale – 2.414, mai nessuno neppure tra i maschi aveva superato quota 2mila – è pronta non solo a riconfermarsi, ma anche ad attaccare l’ultimo alloro che le manca al collo: l’oro ai Giochi Olimpici Invernali. Dopo i due argenti di Vancouver, con la Vonn al rientro dal gravissimo infortunio tutta da verificare e le rivali di sempre apparentemente distanti a sufficienza, per la Slovenia è l’occasione della vita di firmare un’altra pagina di storia. Non solo a Sochi, ma pure alle finali di Lenzerheide per conquistare la seconda Coppa del Mondo in carriera.

N come Neve: lapalissiano, per la stagione dello sci alpino, l’auspicio per un meteo favorevole, soprattutto in termini di precipitazioni nevose. Pochi problemi nella passata stagione, con l’annullamento del super-g femminile in Val-d’Isère – addirittura per troppa neve – e i forfait delle gare di discesa e super-g nelle finali stagionali di Lenzerheide, a causa della fitta nebbia.

O come Olimpiadi: vedi alla voce “S” di Sochi.

P come (Raimund) Plancker: il nuovo ct della nazionale femminile è l’uomo attraverso il quale passa – deve passare – la rinascita della “valanga rosa”, reduce dalla peggior stagione in termini di risultati da 23 anni a questa parte. Solo nell’edizione 1990-91, l’anno prima dell’esplosione di Deborah Compagnoni, le azzurre fecero peggio dell’unico piazzamento sul podio – Daniela Merighetti seconda a Sankt Anton – in 37 gare. Accanto a Plancker, il cortinese Alberto Ghezze, tecnico della velocità, e il bergamasco Livio Magoni, responsabile di gigantiste e slalomiste, dovranno cercare di donare linfa nuova ad una squadra che oltretutto paga la notevole mancanza di ricambi di qualità ad altissimi livelli.

Q come Quattro: le atlete costrette per infortunio a saltare integralmente la stagione di Coppa: le tre francesi Frasse-Sombet, Rolland e Mougel e la slovacca Zuzulova, 4 successi in carriera e campionessa uscente di slalom parallelo.

R come Ritirati: diversi i nomi di spicco, protagonisti delle ultime stagioni di Coppa del Mondo, che da quest’anno non vedremo più al cancelletto di partenza: salutano, tra gli uomini, il canadese Roy, lo svizzero Gruenenfelder, il norvegese Karlsen e lo sloveno Jerman. Tra le donne, la svedese Borssen, la canadese Vanderbeek, la svizzera Schild, oltre alle nostre Lucia Recchia e Nicole Gius.

S come Sochi: I giochi della XXII Olimpiade Invernale si svolgeranno in Russia dal 7 al 23 febbraio 2014, con le gare di sci alpino al via il 9 con la discesa libera maschile. Appuntamento con la storia per Hirscher e Maze – ma anche per i loro più diretti rivali Svindal e Vonn –, Sochi può rivelarsi terreno di epopee memorabili anche per i colori azzurri: da Marsaglia a Innerhofer, da Paris a Moelgg, da troppi anni l’Italia attendeva una pattuglia così eterogenea e così promettente ad un appuntamento di questa importanza. Quattro anni dopo l’oro di Razzoli si può pensare ancora più in grande, perché il Mar Nero, grazie alle imprese sul manto bianco, può anche trasformarsi in un limpido cielo azzurro.

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