Il destino di Hartlepool Hall
Storia tragicomica di un aristocratico in tempo di crisi
di Giorgia Braico
Alla fiera Più libri più liberi 2012 di Roma, è la volta di Paul Torday ,con il nuovo romanzo Il destino di Hartlepool Hall.
Alla presentazione del libro, purtroppo, c’è un grande assente ed è proprio l’autore (per motivi di salute), ma per fortuna non mancano gli altri ospiti: l’attore Valerio Mastandrea, chiamato per leggere alcuni brani dell’opera, Chiara Valeri, scrittrice ed editor, e Simone Caltabellota, editor della Elliot Edizioni che ha pubblicato il romanzo in Italia, chiamato a fare le veci di Torday.
L’atmosfera è allegra e leggera, ed i tre, tra battute e letture, alleviano decisamente la delusione per l’assenza dello scrittore. Mastandrea comincia leggendo un passaggio del libro che rivela subito lo stile di Torday, al suo meglio. La sua ironia e acume nel dipingere uno spaccato di vita di aristocrazia inglese decadente, in crisi, ma in modo tragico e divertente allo stesso tempo, in perfetto “stile british”.
Anche secondo l’attore, infatti, Torday riesce a parlare della miseria umana partendo da situazioni o personaggi privilegiati, costretti ad immergersi nei problemi reali della vita, non appena si ritrovano sul punto di perdere tutto; e nonostante queste persone siano così “lontane” dalla realtà, mostrano di essere comunque in grado di confrontarcisi appieno. Il tutto tratteggiato con sapiente ironia descrittiva.
Come aggiunge anche Chiara Valeri, le opere di Torday sono molto seguite ed apprezzate, perché l’autore scrive qualcosa in cui identificarsi, racconta la storia di tutti, ed in realtà utilizza un ambiente aristocratico solo per rendere più evidente la situazione.
Paul Torday è divenuto famoso solo da qualche anno, in “tarda” età; un esordiente sessantenne, descritto come la migliore nuova voce del romanzo inglese. C’è da dire “meglio tardi che mai”, dato che, in questo modo, si è scoperto un autore talentuoso che ha ancora molto da raccontare.
Questo nuovo romanzo è così coinvolgente, a detta dell’editore Caltabellota, che, durante l’incontro, lui stesso cita un aneddoto personale secondo cui il suo ritorno nell’editoria, dopo una pausa, sarebbe stato segnato proprio da Torday: non appena ha letto questo testo in lingua originale ha subito deciso di portarlo nelle librerie italiane.
Per la gioia di chi era stato rapito da Pesca al salmone nello Yemen, ed attendeva con ansia il ritorno dello scrittore sui nostri scaffali.