Il governo spagnolo ritira la legge sull’aborto

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Rajoy cancella la proposta di legge sull’interruzione di gravidanza, provocando le dimissioni del Ministro della Giustizia Alberto Ruiz Gallardón

di Maria Bonillo Vidal

gallardonSettimana convulsa, tra le fila del Partito Popolare spagnolo. Il capo del governo e del partito conservatore Mariano Rajoy ha annunciato a sorpresa la  cancellazione del progetto di legge sul’interruzione di gravidanza. Anche se i rumors si stavano rincorrendo già da qualche settimana, la decisione ha provocato un grosso Tsunami in seno al governo – poiché il Ministro della Giustizia e relatore del disegno di legge Alberto Ruiz Gallardón si è dimesso soltanto tre ore dopo la decisione.

La legge sull’aborto diventa dunque la più grande sconfitta di questo governo. A otto mesi dalle elezioni amministrative, il premier spagnolo ha ceduto alla decisione di abbandonare questo progetto. “Non c’è una base di consenso sufficiente”, ha ammesso mentre si trovava in Cina.

Gallardón, che in questo disegno di legge ci ha messo la faccia, è stato la vittima diretta di questo disastro legislativo. Il ministro non lascia soltanto il ministero, ha deciso di ritirarsi dalla vita politica. “Penso che la mia vita politica sia saurita”, ha confessato lo scorso martedí. Era stato designato per scrivere questa legge, preferito anche al Ministro della Sanità, Ana Mato. Figlio del leader conservatore antiabortista che nel 1983 si oppose alla prima legge democratica su questo punto, Gallardón esce del panorama politico a testa bassa, screditato dal governo Rajoy.

La cancellazione di questa legge ha provocato diverse reazioni. Da una parte, l’allegria di quanti speravano non andasse avanti: tutte quelle donne che si vedevano obbligate ad avere un figlio che forse non desideravano – la legge concepita non permetteva di interrompere la gravidanza neanche nel caso di eventuali malformazioni.

Dall’altra parte, gli ultra cattolici e i settori più conservatori della società civile – che hanno già lasciato intendere al governo che la rinuncia a questa legge potrebbe avere serie ripercussioni alle prossime elezioni. Per loro, le dimissioni di Gallardón sono state un necessario atto di virtù, considerando che è stato l’unico a “non cedere alle pressioni” – così come ha fatto Rajoy.

Per il momento Gallardón viene sostituito da Rafael Catalá, attualmente Ministro delle Infrastrutture. Laureato in Legge, Catalá dovrà adesso lottare per portare avanti progetti legislativi controversi – come la stessa legge contro l’aborto, che nella sua versione aggiornata dovrebbe lasciare l’obbligo di chiedere il permesso ai genitori nei casi in cui la gravidanza coinvolga minori di 16 anni che decidano di abortire.

Questo è stato il primo, eclatante passo indietro di un Governo che se non altro dimostra di non perdere di vista i comizi di maggio e che deve ancora combattere su parecchi altri fronti – come la disoccupazione (sopratutto quella giovanile) e il malcontento degli spagnoli rispetto ai propri politici.

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