“L come Alice”: sperimentazione a teatro

Tempo di lettura 5 minuti

Da “Attraverso lo specchio” di Lewis Carroll a una chiave steampunk che scardina l’immaginario classico dell’Alice firmata Disney

di Angela Telesca

Laura-GarofoliIl nostro viaggio tra le sperimentazioni innovative della scena romana incrocia il surreale e visionario itinerario di Alice, la bambina precipitata nel paese delle meraviglie.

Ma in scena non vedremo affatto la ragazzina a cui il nostro immaginario è abituato. Niente vestitino bianco-azzurro, niente capelli biondi raccolti da un nastrino nero, niente calze bianche. L’immaginario Disney è rovesciato. Il tempo è disintegrato. Passato e futuro si mescolano e si contaminano. 

L come Alice, andato in scena al Teatro Studio Uno di Roma lo scorso fine settimana, è uno spettacolo di teatro e videoarte in cui il concatenarsi delle micro-situazioni è affidato alle capacità affabulatorie attoriali e al preciso integrarsi, alternarsi e mescolarsi con le proiezioni di immagini in movimento, con le quali la voce-corpo di Alice interagisce creando presenze fantasmatiche, evocazioni, luoghi. Le videoproiezioni assorbono il pubblico in un vortice di viaggi nel tempo, tra passato, futuro e presente assurdo.

La chiacchierata con  il giovane regista Nexus dopo lo spettacolo ci permette di scoprire chi è la sua Alice e ci chiarisce la complessità del suo progetto: “Non mi sono inventato niente. Il mio lavoro sul testo è di taglio e cuci. Mi sono ispirato al secondo romanzo di Lewis Carroll , Attraverso lo specchio,  e alla traduzione schizofrenica che ne diede Antonin Artaud dell’ultimo capitolo, durante l’internamento nel manicomio Rodez nel 1943, che complica il testo inserendo neologismi assurdi. Il film d’animazione Disney del 1951 è, però, sicuramente la fonte principale della nuova immagine che ho voluto lanciare per mia Alice”.

l come alice 02Ma la fanciulla che stregò il reverendo Dodgson, appassionato di fotografia, durante una gita in barca nell’aprile del 1862 e che lo ispirò nella scrittura dei due romanzi, diventa nello spettacolo “L come Alice”molto di più.

La messa in scena è il luogo che ospita i risultati di uno studio progettuale che va ben oltre l’analisi del testo del romanzo di Carroll e che abbraccia la ricerca storico-culturale, filosofica e delle tendenze tecniche e artistiche dell’epoca in cui Alice fu creata.

L’uso di immagini, foto dell’epoca, proiezioni cinematografiche, tra cui quelle di Betty Boop in Blunderland che si ispira all’Alice di Attraverso lo specchio, si integrano all’interpretazione che Gilles Deleuze fece in Logica del senso (1969) di  Alice come la filosofa e la regina del nonsense. 

Ci racconta ancora Nexus: “Ho voluto mettere in scena la schisi del personaggio di Alice. Un personaggio che non ha sostanza ma che è la somma, l’incrocio e l’attraversamento di tutte queste interpretazioni e del modo di declinare sia il contenuto, ovvero la storia di Alice, che la forma, il linguaggio, nella direzione del nonsense e del paradosso. Un’Alice della contro-cultura, diversa dall’immaginario Disney. In questa dimensione, la logica steampunk, che vuole vedere il passato con gli occhi del futuro, aiuta la frattura con l’immaginario classico ponendosi con spazi-tempi altri.

Ebbene sì, la sveglia suona ripetutamente, i rintocchi degli orologi che popolano la scena, svegliano Alice che si ritrova precipitata in un’epoca vittoriana alternativa senza tempo, dove gli ingranaggi delle macchine e degli orologi, le fantasmagorie, i cavalli a dondolo, le lanterne magiche, le nuove tecnologie, i videogiochi, i telefoni, cd e armi di plastica coabitano anacronisticamente nella stessa realtà ottocentesca, come vuole il filone della narrativa fanta-scientifica steampunk, amplificando stupore, meraviglia curiosità di un viaggio a-temporale con la mente.

l come alice 01Il nostro non è uno spettacolo superficiale – spiega il regista – ma che gioca sulla “logica di superficie”, di cui parla Deleuze. Da qui l’influenza nel lavoro scenico della di slapstick comedy, incidenti, scontri, capitomboli, balbuzie, neologismi, incontri fortuiti, situazioni semplici, che provocano riso attraverso cui veicolare situazioni più complesse e che siano di comprensione popolare, dai bambini agli adulti”.

L’attrice Laura Garofoli, alla sua prima prova di one woman show, nei panni di una Alice a tratti eccessivamente schizofrenica, dà prova di trasformismo, capace di entrare ed uscire dal suo personaggi per dare corpo e voce ai protagonisti nei quali Alice si imbatte durante il suo viaggio.

Nessun lavoro psicologico sui personaggi – racconta l’attrice – il mio lavoro è estremamente fisico, parte dal corpo, nasce ed esplora la fisicità integrandola alle capacità affabulatorie.Ogni giorno è nuovo perché la scena è una sorta di trappola piena di ostacoli con la quale la mia creatività interagisce e resiste”.

Perché Alice oggi, chiediamo a Nexus: “È Alice che ha scelto me. Secondo la teoria dei Memi. Le nostri menti sono solo veicolo per la propagazione di eventi culturali e idee che si trasmettono da una mente all’altra. Alice in quanto classico procede per contagio, di autori e linguaggi, dalla letteratura alla fotografia al cinema, e ora ha contagiato anche me, noi. Inoltre, penso che interpretare l’oggi e la rivoluzione tecnologica odierna alla luce di un classico nato proprio nell’epoca delle prima sperimentazione tecnologica, fotografica e cinematografica, ci possa aiutare”.

Per chi volesse immergersi nel mondo visionario e atemporale di L come Alice, sabato 7 giugno lo spettacolo sarà ospite del Festival della letteratura sociale, presso Communia – Spazio di Mutuo Soccorso del quartiere San Lorenzo di Roma.

L come Alice 
spettacolo di teatro e videoarte

di Lewis Carroll & Antonin Artaud
con Laura Garofoli
adattamento, regia e scenografia Nexus
aiuto regia Giuseppe Sofo
costumi Mariagrazia Toccaceli
con il sostegno di Csoa Spartaco 

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