Allo Stabile del Giallo “Flemming”: thriller irriverente tra martini e assassinii
Un nuovo giallo interattivo per coinvolgere ancor di più lo spettatore in scena nel noto teatro romano dedicato interamente alla tradizione del thriller
di Alessia Carlozzo (Twitter @acarlozzo)
Alcolicamente brillante e ironico. Così potremmo definire “Flemming – An American thriller” di Sam Bobrick in scena al Teatro Stabile del Giallo. L’opera, una irriverente presa in giro delle pellicole a metà tra il noir e il thriller degli anni 40’-50’, è un vero e proprio giallo interattivo nel corso del quale lo spettatore non può che rimanerne affascinato e coinvolto.
Proprio come passate rappresentazioni, vedi Cluedos di alcune stagioni fa, il giallo si “interrompe” magicamente al raggiungimento del suo climax salvo poi far scendere le spesse tende rosse del sipario. Da lì in poi come da tradizione, irrompe il direttore (nonché questa volta anche attore) Raffaele Castria che mette alla prova il pubblico in sala sfidandoli a risolvere l’enigma finale.
“Flemming” malgrado l’alone comico e leggero si presenta a tutti gli effetti come un giallo vecchio stampo: intricato quanto basta per perdere con facilità il filo rosso della soluzione. Protagonisti i coniugi Flemming, Henry neo detective per passione (Antonio Palumbo) smette i panni da imprenditore per calarsi in quelli di un novello Sherlock Holmes per ridare “gusto” ad una vita noiosa. Al suo fianco, suo malgrado, la moglie Karen (Anna Masullo) donna sofistica dedita alla perenne preparazione di drink senza fine.
A completare il quadro i vicini di casa Suzy (Paola Migneco) e il marito psichiatra Stan (Enrico Ottaviano) degne spalle della coppia, il delinquente Vito (Enrico DiTroia) l’ambigua segretaria Mrs Havenhurst (Lucia Nicolini) e per l’appunto Raffaele Castria nei panni dell’aggressivo ma non troppo Tenente Davis.
Sullo sfondo il primo caso di Henry che comporta una presenza crescente di cadaveri nell’elegante soggiorno di casa. Cinque corpi, un assassino da trovare, una matassa da districare. Sullo sfondo i vari funerali organizzati da una sempre più affranta Karen, ormai calata nelle vesti di un’ideale Penelope in perenne attesa del ritorno del marito, che porta con sé di volta in volta una notevole scia scarlatta sempre più difficile da cancellare dai tappeti di casa.
“Flemming” scorre così tra un whiskey and soda e un red russian, sorseggiati insieme a tanti altri fantasiosi (ma tutti esistenti) drink dai protagonisti, mollemente seduti sui comodi divani in pelle marrone che dominano la scena. Come sempre un plauso per la scenografia di Andrea Bianchi che risulta essere curata in ogni minimo dettaglio, vintage e realistica quanto basta per calarci in una perfetta e signorile villa americana degli anni cinquanta.
Gli attori si dimostrano versatili nell’usare registri diversi, virando con facilità dalla commedia alla suspence, senza mai uscir fuori dai relativi personaggi, che appaiono tutti ben caratterizzati. Un gruppo talentuoso ben coordinato con un ritmo sostenuto raramente fuori tempo.
Sicuramente una nota di merito per Anna Masullo che regala più di una sfumatura alla sua Karen, personaggio che rischiava di essere etichettato come una svogliata casalinga con un debole per il carrello degli alcolici e nulla più, dimostrando invece una perfetta evoluzione nell’arco dell’opera.
Nel complesso un’altra bella prova da parte dello Stabile del Giallo, che anno dopo anno dimostra di voler portare sul suo palco tutte le varie sfumature che compongo l’universo del thriller, virando questa volta su dei toni più comici e divertenti. Impossibile a sipario calato non desiderare di trovarsi in quel salotto con la coppia Flemming e poter rispondere finalmente alla domanda ritornello di Karen: “Vuoi un Martini?” “Si”. Cadaveri esclusi ovviamente.
Flemming – An American Thriller
Roma, Teatro Stabile del Giallo
fino al 26 gennaio 2014
Biglietti: intero 22€ | ridotto 18€