La fine di Assad è vicina?

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Le armi chimiche della Siria spaventano il popolo siriano e gli Usa ma la sorte del dittatore sembra segnata

di Maria Paterno

Il presidente siriano Bashar Al-Assad (fonte immagine: REUTERS/Morteza Nikoubazl)

Il presidente siriano Bashar Al-Assad (fonte immagine: REUTERS/Morteza Nikoubazl)

La notizia trapelata negli ultimi giorni, in merito alle manovre sospette di Assad con l’arsenale chimico, ha mobilitato la comunità internazionale, Stati Uniti in testa.

L’avvertimento rivolto al presidente Bashar al-Assad è stato chiaro:  “l’utilizzo di armi chimiche è e sarà totalmente inaccettabile e se le forze governative useranno le armi contro i ribelli se ne terrà conto” ha dichiarato il presidente Obama.

Damasco si è affrettata a rispedire al mittente le minacce, sostenendo di non avere alcuna intenzione di usare armi chimiche a scapito della sua gente. Il ministro degli Esteri siriano ha sottolineato che il regime non potrebbe mai utilizzare strumenti di questo tipocontro il proprio popolo, qualsiasi siano le circostanze“.  Ma, come si suol dire, fidarsi è bene non fidarsi è meglio: per questo Obama resta in allerta con la sua task force in Giordania, aspettando di conoscere le mosse di Assad.

Quella che resta oscura infatti è proprio l’intenzione del governo siriano in merito all’utilizzo delle armi chimiche: che cosa ne vuole fare Damasco?

Alcuni funzionari ritengono che le azioni di Assad possano essere semplicemente un segno di disperazione o un bluff, come avvertimento rivolto all’Occidente, proprio nel momento in cui la Nato e gli Usa discutevano di fornire un maggior sostegno ai gruppi di opposizione al regime ed in concomitanza del dispiegamento di missili Patriot, schierati dalla Turchia alla frontiera con la Siria, con il bene placido della Nato. C’è anche chi sostiene che gli strani spostamenti degli ultimi giorni mirino semplicemente a riposizionare le armi in luoghi più sicuri, in modo da tenerle al riparo dai ribelli, ormai, sempre più vicini alle stanze del potere di Damasco.

E questo può provare solo una cosa: che il regime di Assad ha ormai i giorni contati. Se n’è accorto anche il suo  vicino e alleato Ahmadinejad. Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Arabiya News, da un rapporto riservato risulta che l’Iran sia sempre più preoccupata per le sorti del presidente siriano Bashar al-Assad eche sia turbato dal fatto che il regime non stia mettendo in atto le raccomandazioni della Repubblica islamica, necessarie a mantenere il suo potere.

Il rapporto, tuttavia, non ha specificato quali siano state le raccomandazioni iraniane suggerite al regime di Assad, ma  ha rivelato che Teheran è delusa dalla corruzione all’interno delle forze armate siriane (fondi iraniani sono stati trasferiti su conti bancari personali di alti ufficiali siriani, ndr).

La relazione afferma inoltre che l’Iran continuerà a sostenere il presidente Assad fino alle elezioni presidenziali iraniane del giugno 2013, ma che nel frattempo cercherà di stabilire connessioni con esponenti dell’opposizione siriana. Quindi, a quanto pare, l’Iran ha deciso di abbandonare al- Assad al suo destino.

Le conseguenze dovute al crollo del regime potrebbero essere imprevedibili, ma non sono pochi quelli che ritengono che un’eventuale caduta del governo siriano non farebbe che peggiorare la situazione. Senza una transizione politica ordinata, una Siria senza Assad potrebbe trasformarsi in uno scenario di guerra più sanguinoso di quello attuale.

Alla luce di ciò, non risultano quindi improbabili le voci che prevedono una fuga imminente del presidente, nonostante le smentite di Damasco. “Non sono un pupazzo – avrebbe detto Assad – sono siriano, sono nato in Siria. Devo vivere in Siria e morirci.” Staremo a vedere se la Storia gli darà ragione.

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Una risposta

  1. fausto ha detto:

    Tra poco probabilmente ci sarà il collasso: dopo, campo libero ad invasati e trafficanti di morte. E durerà a lungo: dopo la deflagrazione dei Balcani la via balcanica del contrabbando è rimasta attiva per più di un decennio. La differenza è che stavolta il contrabbando riguarderà anche altri articoli meno gradevoli dell’eroina. C’è qualche sprovveduto che crede di poter guadagnare da questo disastro. Grossi guai all’orizzonte.

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