“Lookism”, la discriminazione delle donne in tv in base all’aspetto fisico

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La ridicola idea che le donne diventino superflue socialmente, professionalmente o esteticamente dopo una certa età non è ancora scomparsa. Ne parla Afua Hirsch, editorialista del Guardian e presentatrice per la tv britannica

Ogni donna che lavora in televisione è stata vittima di “lookism“, ossia è stata giudicata per il suo aspetto fisico almeno una volta. La prima volta che ho lavorato in televisione, ho scoperto che una collega si stava – secondo l’opinione di un uomo più anziano – “nutrendo d’aria”. Per molte donne dello schermo, l’avvento dell’alta definizione non si riferiva al miglioramento della qualità dell’immagine per il pubblico, quanto più al fatto che ci sarebbe stato un nuovo livello di analisi del loro aspetto.

Troppo trucco non va d’accordo con l’alta definizione, quindi non si può nascondere da nessuna parte la moltitudine di peccati che di solito si riusciva a coprire con quel metodo. E per “peccati” intendo imperfezioni perfettamente naturali, rughe o segni dell’età. In teoria, questa sarebbe potuta essere l’opportunità per cambiare atteggiamento. Invece, ho visto donne sentirsi schiacciate dalla nuova pressione di sottoporsi a procedure cosmetiche o addirittura alla chirurgia plastica.

Dubito che i sostenitori dell’HD stessero pensando al futuro delle donne più anziane mentre lo presentavano.

Ma si tratta di solo una delle manifestazioni di un problema più profondo citato dalla presentatrice Libby Purves la settimana scorsa. La donna ha accusato la BBC di giudicare le donne più mature in base al loro aspetto. Midweek, il programma che ha guidato per 33 anni, è terminato nel 2017. La Purves, che ha 70 anni, ha sottolineato che altre donne in là con l’età – inclusa Sue Barker, 64 anni, che ha presentato sulla BBC One’s A Question of Sport per 24 anni, e Jenni Murray, la 70enne di Woman’s Hour – nelle ultime settimane si sono dovute ritirare. Le donne di mezz’età che rimangono, ha spiegato la Purves “devono lottare per sembrare giovani”. Ed è lo stesso addirittura per la radio, adesso che i video clip vengono utilizzati per i social media e le fotografie sull’app BBC Sounds.

L’aspetto delle donne in TV è sempre stato controllato, e attualmente la cosa non è cambiata.

Uno studio di vent’anni fa su 128 presentatrici televisive statunitensi aveva scoperto che le donne dovevano fare i conti con la percezione del loro aspetto fisico. Nel 2018, un’altra ricerca ha scoperto che i progressi sono stati quasi nulli. Anzi, alcune cose sono peggiorate. L’anno scorso, in una tesi accademica dall’autoesplicativo titolo “Ho sempre guardato Eyewitness News solo per vedere il tuo bellissimo sorriso”, i ricercatori hanno scoperto che il requisito di interagire con il pubblico in tempo reale apre nuove strade alle molestie e allo scrutinio della donna in base al suo aspetto, fino ad arrivare a un effetto seriamente dannoso.

Ovviamente, il motivo per cui guardiamo la tv è per vedere qualcosa di visivamente stimolante. Ma l’idea che ciò debba essere nella forma di una giovane donna o di qualcuno che sia magro, che abbia denti perfetti o sembri generalmente più giovane della sua età, è un’assurdità dimostrabile. Uno sguardo veloce all’aspetto fisico di molti degli uomini più anziani, figure fisse dei programmi televisivi, eviscera tale nozione.

Che molte delle donne di cui la Purves parla lavori in radio è super ironico. Se avere una “faccia da radio” è uno dei più grossi insulti nel mondo della tv, pare che le aspettative attuali implichino che le donne più mature non rispettino nemmeno quel basso standard.

Ho molto da perdere in questo gioco, e ci combatto.

Passo tanto tempo davanti alla telecamera, e negli ultimi due anni ho girato per documentari, il che richiedeva giornate intere davanti alla macchina per un tempo lunghissimo. Filmare la stessa serie per mesi o anni significa cercare di sembrare le stesse nonostante tutti i cambiamenti fisici che, inevitabilmente, avvengono durante i cambiamenti di stagione. Il tuo peso fluttua; e, ovviamente, stai invecchiando.

Volevo ribellarmi a questa pressione, e invece ho utilizzato la stessa acconciatura strategica per ogni ripresa e mi sono svegliata ben prima dell’alba per mettermi del correttore extra sulle occhiaie. Non volevo sfidare le nostre aspettative su come le donne dovessero sembrare in telecamera. Volevo che le persone pensassero che avessi un bell’aspetto. Sono ancora giovane per essere soggetto della discriminazione d’età che descrive la Purves. Ma un giorno non sarà più così.

Se vi state chiedendo perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi del futuro delle presentatrici, è perché quello che ci succede non è solo un sintomo di ciò che accade alle donne in generale, ma anche una delle cause. Le immagini delle donne che usiamo nei media definiscono la nostra percezione di valore. Vedere quelle che la Purves ha definito donne “grigie e ostinate” presentare programmi popolari rafforza la loro competenza, la loro esperienza generazionale e vissuta, e uno standard di bellezza che le includa. La BBC sta facendo molto notare di aver tenuto Mary Beard e Kirsty Wark sui nostri schermi. Ma quando molte altre donne più mature vengono mandate via, ciò normalizza l’idea che sono socialmente, professionalmente o esteticamente superflue.

Questi comportamenti accadono in molte altre professioni.

Alcune ricerche hanno dimostrato che la nozione di capitale fisico sia altamente relativa al genere nelle società di servizi professionali come per avvocati e contabili. Le donne che si conformano a rigide aspettative riescono ad avere successo, mentre quelle che non lo fanno, no. Queste aspettative sono legate a pallore, magrezza e all’apparire femminili, rispettando però regole maschili nell’approccio al lavoro.

Non sorprende, infatti, che tutte le presentatrici nominate dalla Purves siano bianche. Sono veramente poche le donne di colore mature alle quali è stata garantita la longevità in televisione che le espone al problema dell’avanzamento dell’età. Mentre scrivevo questo articolo, ho notato che una delle ricerche più frequenti su Google è “troppe minoranze etniche in TV”. Ciò rivela un contraccolpo anche all’inadeguato progresso raggiunto. Ma se le presentatrici bianche considerate tesoro nazionale rischiano di essere scartate non appena non si conformano più ai canoni di bellezza femminile e giovanile, la situazione non è rosea per nessun altro.

 

Traduzione di Chiara Romano da theguardian.com

Immagine di copertina via facebook.com/afuahirschpage

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