MotoGP: per Márquez ad Austin buona la terza
Il campione del mondo della Honda vince nella terza tappa del motomondiale in Texas davanti a Valentino Rossi e Daniel Pedrosa. Caduta per Maverick Viñales, che consegna al Dottore la testa della classifica. In Moto2 ancora un successo per Franco Morbidelli, in Moto3 vittoria per Romano Fenati
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
Ad Austin, nel gran Premio degli Stati Uniti, l’asfalto torna rovente e non solo per il sole ostico del Texas. Nella gara che doveva consegnarci il primo vero duello rusticano tra i due contendenti di questo inizio stagione (Viñales e Márquez) esce fuori un solo dominatore, quello a cavallo della Honda.
Perché sul pronti via il pilota Yamaha, vincitore delle due prime gare del 2017 in Qatar e Argentina, cade banalmente lanciando al primo posto Marc Márquez. Grave errore quello di Viñales, che non ottiene punti in un passaggio fondamentale di questo primo scorcio di motomondiale. Una volta primo Márquez con la sua Honda dirige alla perfezione il tracciato fino all’ultima curva con un unico sussulto, a metà gara, nel piccolo duello instaurato col suo compagno di scuderia Dani Pedrosa, che bene aveva retto fino a quel momento.
Ma chi approfitta di più della caduta iniziale di Viñales è Valentino Rossi, che nonostante la carenata iniziale di Zarco, che lo manda momentaneamente fuori pista, riesce a rientrare (troppo bruscamente per i giudici di gara che gli infliggono 3 decimi di penalità), tenersi attaccato alla coppia Honda lì davanti, attendere, con una pazienza che solo il Dottore conosce, il logorio scontato e calcolato delle gomme di Pedrosa e azzannarlo nel momento giusto, a tre giri dal termine, staccandolo successivamente il più possibile per rientrare dentro quei tre decimi di penalità. L’opera di rimonta è compiuta e in un colpo solo il numero 46 della Yamaha si prende il secondo posto e il primato nella classifica generale.
Nuova gara incolore per Jorge Lorenzo in questo nuovo ciclo sulla Ducati, che riesce però quanto meno a terminare (ottava posizione finale). Un ruolo, quello dell’ex campione Yamaha, al quale non è abituato lui e a cui non sono certamente abituati gli appassionati delle due ruote, ma ci vorrà del tempo per infondere amalgama e fiducia tra cavaliere e il destriero del team italiano.
Ennesima bella e onestissima gara invece per Johann Zarco in sella alla sua Yamaha Tech 3, che in queste tre prime gare del mondiale (tranne la caduta da apripista nella prima stagionale) ha sempre ben figurato piazzandosi nelle prime dieci posizioni. Non male per uno appena arrivato in MotoGP. Anche ad Austin il pilota francese classe 1990 ha battagliato prima recuperando e poi difendendo la sua quinta posizione finale. Sesta e settima posizione tutta tricolore con Dovizioso e Iannone che piano piano, gara dopo gara, iniziano a prendere le misure per rimanere dietro i protagonisti annunciati.
Moto2 e Moto3, “doppietta italiana” – Terza vittoria consecutiva di Franco Morbidelli in Moto2 con una facilità imbarazzante. Dietro al pilota italiano della Kalex, Luthi e Nakagami. Gioia azzurra anche in Moto3, con Romano Fenati che taglia il traguardo per primo davanti a Martin e Di Giannantonio. Gioie e speranze italiane per un roseo futuro, soprattutto con Morbidelli, che in Moto2 è, attualmente, a punteggio pieno.
Le statistiche parlano chiaro: Marc Márquez in Texas è di casa: nona vittoria consecutiva su questo tracciato, di cui cinque in MotoGP. Lo spagnolo sembra aver ritrovato fiducia e passo di gara in questa sua pista amica e non dovremo attendere ancora molto per vedere finalmente la vera battaglia dell’anno tra il cavaliere Márquez della Honda e Viñales per la Yamaha, forse già dal prossimo appuntamento proprio in Spagna. Sono indiscutibilmente il futuro di questo sport e probabilmente già da quest’anno si daranno battaglia per il titolo, a meno che un vecchietto paziente ed esperto che passa i pomeriggi a osservare i suoi ragazzi correre in Moto2 non decida che sia ancora il tempo per la sua decima sinfonia.
RISULTATI MOTOGP AUSTIN
1 | Marc MARQUEZ | SPA | Honda | 43’58”770 |
2 | Valentino ROSSI | ITA | Yamaha | +3”069 |
3 | Dani PEDROSA | SPA | Honda | +5”112 |
4 | Cal CRUTCHLOW | GBR | Honda | +7”638 |
5 | Johann ZARCO | FRA | Yamaha | +7”957 |
6 | Andrea DOVIZIOSO | ITA | Ducati | +14”058 |
7 | Andrea IANNONE | ITA | Suzuki | +15”491 |
8 | Danilo PETRUCCI | ITA | Ducati | +16”772 |
9 | Jorge LORENZO | SPA | Ducati | +17”979 |
10 | Jack MILLER | AUS | Honda | +18”494 |
CLASSIFICA PILOTI MOTOGP: QAT ARG USA
1 | Valentino Rossi | 56 | 16 | 20 | 20 | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – |
2 | Maverick Viñales | 50 | 25 | 25 | 0 | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – |
3 | Marc Márquez | 38 | 13 | 0 | 25 | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – |
4 | Daniel Pedrosa | 28 | 11 | 0 | 17 | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – |
5 | Andrea Dovizioso | 20 | 20 | 0 | 0 | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – | – |
Una risposta
[…] Le premesse ieri erano diverse, i pronostici ben altri, gli oracoli, rivolgendosi alle stelle, avevano previsto una vittoria facile del Dottore Pesarese, qui già vittorioso ben nove volte, una pista amica che doveva aiutarlo ad allungare in classifica, e invece Valentino Rossi ha fatto una fatica incredibile a stare attaccato al gruppone di testa, recuperando due posizioni per l’errore di Viñales e cercando di domare per quasi tutta la gara una Yamaha particolarmente imbizzarrita e scivolosa, venendo sul finale sorpassato anche da Folger ed Alex Espargaro. Una grande occasione buttata via per il Dottore (10° sul traguardo), vista anche (con il senno di poi) la modesta gara del compagno spagnolo di Yamaha che forse da un paio di gare comincia a sentire la pressione addosso di “condannato a vincere”. Sembra esserci però un’altra verità: secondo lo stesso Viñales la sua deludente gara e quella di Rossi sarebbero da deputare alla Michelin, che non fornisce dati sulle prestazioni, accusando la casa francese di “stranezze” negli ultimi due gran premi, quello di ieri, appunto e Austin. […]