Mafia Capitale: cinquantanove imputati a processo
Al via il maxiprocesso per Mafia Capitale. Salvatore Buzzi e Massimo Carminati principali imputati, a giudizio parecchi esponenti dello scenario politico capitolino
“La presenza delle persone in questa piazza dimostra che Roma è una città antifascista, antinazista e antimafia: abbiamo cacciato i fascisti e i nazisti, ora cacceremo anche la mafia”. Con queste parole il sindaco Ignazio Marino ha dato inizio al sit-in convocato per giovedì 3 settembre in Piazza Don Bosco dal Commissario del Pd romano Matteo Orfini.
Dopo la vergogna dei funerali del Boss Vittorio Casamonica, celebrati in agosto nella chiesa di quella stessa piazza con un corteo funebre aperto da una carrozza d’epoca trainata da sei cavalli neri e accompagnato dalle musiche de “Il padrino” e da petali di rosa lanciati da un elicottero che sorvolava senza autorizzazione la città, il Pd e il Sindaco Marino hanno voluto mandare un messaggio di rottura e condanna contro un sistema mafioso sempre più radicato nel tessuto cittadino.
I funerali dell’impropriamente soprannominato “Ottavo Re di Roma”, che con la sua famiglia gestiva i giri di usura e di traffico di stupefacenti della parte sud est della città, hanno risvegliato un forte sentimento d’indignazione fra cittadini e istituzioni, in un contesto sociale marchiato ormai da mesi dall’inchiesta “Mafia capitale”.
Il maxiprocesso, che vedrà coinvolte cinquantanove persone, inizierà il 5 novembre presso l’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, in un’atmosfera che inevitabilmente riporterà alla mente di molte persone le immagini del celebre maxiprocesso di Palermo a scapito dei vertici di Cosa Nostra. Anche per le trentaquattro persone indagate nella seconda tranche di arresti di giugno, effettuati nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”, il gip di Roma ha accolto la richiesta, portata avanti dalla Procura, di giudizio con rito abbreviato. Aprono ovviamente le fila l’ex terrorista Nar, Massimo Carminati e il Ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi.
Gli imputati compariranno davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Roma, con il collegio giudicante guidato da Rossana Iannello. Fra gli esponenti della politica locale coinvolti l’ex capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio, Luca Gramazio, l’ex Presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti del Pd, i Consiglieri comunali Massimo Caprari e Giordano Tredicine, l’ex Presidente del Municipio X Andrea Tassone, Guido Magrini, nella qualità di Direttore del Dipartimento delle Politiche Sociali della Regione Lazio e l’ex Assessore capitolino Daniele Ozzimo.
Per gli imputati del maxiprocesso le accuse vanno, a vario titolo, dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, alla corruzione, turbativa d’asta, estorsione, riciclaggio e usura.
Durante il sit-in del 3 settembre, non sono mancati momenti di tensione dovuti alla presenza di alcuni cittadini che hanno contestato a viso aperto il Sindaco di Roma, gridando frasi come “Bugiardo, vergogna, riandiamo al voto”, “Vergogna, vattene” e “Vergogna, vergogna. Ve ne dovete andare. Marino torna ai Caraibi”.
Il clima politico capitolino, sempre più esacerbato, provoca anche questo: che per il semplice motivo di essere sulla poltrona proprio quando scheletri impolverati da decenni di omertà e corruzione escono dagli armadi, la colpa è inevitabilmente di chi governa in quel momento, anche quando, fino ad oggi, non c’è prova di alcun coinvolgimento del primo cittadino nella vicenda. Ma a Roma è così: è facile confondere i piani di analisi quando si vive in una città con innumerevoli problemi quotidiani, che generano disagi e tappano gli occhi di fronte a responsabilità ben più gravi.