Spagna: mobilitazioni e proteste nelle aule
Più alunni, meno professori, meno borse di studio, meno agevolazioni alle mense: è iniziato l’anno scolastico spagnolo
di Maria Bonillo Vidal
Inizio agitato, per l’anno scolastico spagnolo. Tagli alle borse di studio, tagli alle agevolazioni per le mense, tagli ai posti di lavoro pubblici e lezioni in migliaia di aule prefabbricate segneranno l’intero anno 2013-2014. Benché l’amministrazione continui a ripetere che quest’anno ci sono piú aiuti che mai, sindacati e genitori non la pensano cosí e lo hanno manifestato a gran voce, già dai primi giorni di corso.
Uno degli episodi piú polemici è stato il furto di materiale scolastico da parte del Sindicato de Trabajadores de Andalucía (SAT). Un gruppo di membri di questa formazione è entrato in un supermercato (così come ha fatto qualche mese fa per rubare cibo e darlo ai poveri), per “prendersi” dieci carrelli pieni di penne, quaderni, libri e flauti – poi distribuiti a bambini disagiati.
Ma al di là di queste situazioni estreme, il panorama che si disegna nel quadro del sistema scolastico spagnolo è piuttosto nero. Anno dopo anno, ci sono meno professori e piú alunni. Tanti maestri vanno in pensione, e da un paio di anni almeno in molte comunità autonome non si aprono concorsi pubblici.
Benché non si stia vivendo una situazione simile a quel “boom” scolastico che dieci anni fa ha comportato l’arrivo di migliaia di bambini stranieri per effetto dell’immigrazione, la riduzione del personale fisso si ripercuote in un aumento di bambini per aula. I sindacati calcolano che dal 2011 ad oggi ci sono circa 50.000 professori in meno, mentre il Ministero di Educazione si difende affermando che “non ci sono aule massificate, siamo molto al di sotto della media della OCDE, con 12 alunni per maestro” – come ha indicato Montserrat Gomendio, segretaria di stato.
“Quest’anno sarà conflittuale”, avvisano i portavoce sindacali in toni bellici. Gli studenti di asilo, elementari e medie chiamati alle aule sono circa 8 milioni. Solo nella Comunità Valenciana, ad esempio, circa 20.000 di essi saranno costretti a studiare in aule prefabbricate per la mancanza di scuole e licei. Inoltre, rispetto al 2012 si contano 1.220 professori in meno e 4.120 alunni in più. Nelle università le cose non vanno meglio: l’aumento delle tasse ha prodotto cifre devastanti: secondo i dati forniti dai sindacati, circa il 30 % degli iscritti è moroso e non può pagare l’immatricolazione.
Colpite duramente dalla crisi, le famiglie spagnole affrontano il rientro con pessimismo – ma anche con originalità. In tante scuole e sui social network, sono state organizzate iniziative solidali: condivisione dei libri di testo, pranzi per gli studenti disagiati oppure un “padrino” – una persona “patrocina” e paga le spese universitarie a chi non ha i mezzi. Una via di fuga, per molta gente.