Telecom – 3 Italia: rumors di fusione
Il mercato delle telecomunicazioni è oggetto di possibili riposizionamenti. Coinvolti azionisti e consumatori
di Roberto Casucci
Nella giornata di Venerdì il titolo Telecom Italia è stato protagonista a Piazza Affari, a seguito d’insistenti voci su una possibile fusione con l’operatore 3 Italia. Le sue azioni hanno guadagnato sul listino l’1,04%, chiudendo, dopo il balzo mattutino a 0,584 euro.
La Consob ha così richiesto a Telecom di chiarire la situazione e di diffondere una nota. La società italiana ha precisato: “Sono intercorsi contatti preliminari con il Gruppo Hutchison Whampoa per lo studio di una possibile integrazione con 3 Italia. Lo stato assolutamente embrionale e preliminare dei contatti, impedisce alla società di commentare ulteriormente la notizia”. Inoltre l’azienda ha specificato che “l’argomento sarà oggetto di rappresentazione verso il Consiglio di Amministrazione della società nella riunione calendarizzata per il giorno 11 aprile”. Anche Hutchison ha ufficializzato i contatti con Telecom: “La società conferma che ci sono stati preliminari contatti esplorativi tra Telecom e 3 Italia per una possibile integrazione tra le loro attività”.
Gli analisti di mercato hanno così iniziato a valutare l’operazione per capire se sia realizzabile. Va detto, innanzitutto, che il mercato delle telecomunicazioni in Italia è in crisi già da molti anni. I quattro principali player (Telecom, Vodafone, Wind e 3 Italia) registrano costantemente una flessione nei ricavi e nei margini. Questo trend è precedente alla crisi economica reale del nostro paese. Probabilmente, il numero di utenti e di risorse non ha mai giustificato la presenza di quattro operatori, dei quali almeno uno è di troppo.
3Italia è l’operatore più marginale, cioè il più piccolo, e quello più aggressivo sul piano competitivo. Sul mercato offre tariffe da 5 euro al mese che non servono a coprire i propri investimenti aziendali. Detiene una fetta di mercato pari al 10%, frequenze per un valore di 2,5 miliardi di euro e antenne Lte.
Se si concludesse la fusione tra Telecom e 3 Italia si consoliderebbe il mercato con una semplificazione del contesto competitivo. La società italiana beneficerebbe anche di sinergie industriali e finanziarie (tranne che per la rete commerciale che sarebbe un doppione). L’esito positivo dell’operazione non è però scontato. L’Antitrust potrebbe non avallare l’integrazione perché, diminuendo i competitor, i consumatori sarebbero penalizzati sul lato delle tariffe.
La valutazione di 3 Italia si aggira intorno ai 2 miliardi di euro. Telecom, il cui fatturato è in calo di 1 miliardo l’anno ed è fortemente indebitata, può acquisire 3 Italia offrendo parte delle sue azioni alla società cinese Hutchinson Whampoa. In caso di fusione sarà quindi fondamentale valutare il valore delle azioni Telecom. Le attese sono per un valore di 3 Italia tra il 10-25% del capitale di Telecom. Nell’azionariato dell’azienda italiana una quota decisiva (22,5%) è detenuta dalla spagnola Telco. Sarà importante capire quali saranno gli interessi degli spagnoli e se lasceranno il loro posto a favore dei cinesi. Giovedì, al tavolo dell’Ad Telecom Franco Bernabè, inizierà la trattativa.
(fonte immagine: www.lindipendenza.com)