“Il Fratello” autentico di Andrea Romano
Esce il 5 aprile il progetto collettivo di songwriting che coinvolge la “scena siciliana”
di Valentina Palermi
Un progetto che li coinvolge da sempre, tra la Siracusa degli Anni Novanta e quella di oggi. La storia de “Il Fratello” appare nuova, ma l’amicizia che lega gli uomini che le hanno dato vita è di lunga data. Un percorso fatto di avvicinamenti, collaborazioni, distacchi – temporanei –, e di un disco omonimo, che uscirà il prossimo 5 aprile per I Dischi del Minollo/Audioglobe, sotto la produzione esecutiva di Dante Rapisarda.
Se dovessimo indicare una data di nascita, potremmo far riferimento all’agosto del 2009, quando in viaggio con Gabriele (Galanti) e altri amici attraverso il deserto californiano della Death Valley, Andrea Romano (già Albanopower) gira il video di un suo “vecchio” pezzo.
A distanza di più di 3 anni, Andrea (Romano) ci mette le sue parole e la sua musica. Nella stessa città Francesco (Cantone) e Toti (Valente) producono, registrano e mixano allo Studio Vertigo, mentre Cesare Basile lavora a Catania. Lorenzo Urciullo “Colapesce”, Peppe (Sindona), Giovanni (Caruso), Valerio Vittoria, Angelo Orlando Meloni, Tazio Iacobacci, e gli altri gravitano e suonano, continuando a essere parte di questo come dei vari progetti a cui il cantautore siciliano ha preso fraternamente parte – tra i quali Matildamay, Babalot, Tunafishbanda –.
Carlo Barbagallo masterizza “Vai Via” (in esclusiva per Rockit.it) ed “É vero che per te”, mentre “Nei ricordi di mio padre”, con “il fratello maggiore” Mauro Ermanno “Giò” Giovanardi (cantante dei La Crus), è una versione demo del 2004, scritta con Galanti, autore anche di “Il giudizio universale” e “Per chi ne avrà”.
Melodie acustiche poetiche, valorizzate dall’assoluta disponibilità strumentale. I “fratelli d’una vita” si riuniscono e sotto-forma di collettivo scelgono arrangiamenti e dicono la loro sulla scrittura. Brani vecchi, nati da poco. Personali ma eterogenei, visto che raccontano le sue esperienze attraverso riflessioni dipinte ed episodi di dicotomie e binomi quali anarchia/politica, amore/sesso, isolamento/partecipazione, ben definiti e colorati dall’apporto dei numerosi “fratelli coetanei”.
Un lavoro chiamato “Il Fratello” per la folgorazione di Andrea alla visione di una foto – scelta poi come copertina del disco – scattata a Parigi da Livia Rao, che gliela mostrò in California mentre girava il clip negli USA. Una produzione dove ognuno dei componenti della scena siciliana, in primo luogo Andrea Romano, ha saputo “mettersi di lato e lasciare che un amico con cui suoni da anni si senta libero di esprimersi”. Perché questo è il cuore, “è tutto autentico, come si dovrebbe sempre essere tra fratelli”.