Guerra in Ucraina: almeno 8mila civili uccisi in un anno

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Un anno fa la Russia invadeva l’Ucraina: secondo le stime ONU sono morti almeno 8mila civili, di cui oltre 400 bambini.

Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio del 2022 quando la Russia iniziava l’invasione in Ucraina. Vladimir Putin parlando in tv la definì “un’operazione militare speciale“, una guerra lampo che sarebbe dovuta durare appena tre giorni e di cui invece, a un anno di distanza, “non si vede la fine”, come ha dichiarato la responsabile degli affari politici e di peacebuilding delle Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo.

I dati forniti dalle Nazioni Unite attraverso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani sono strazianti: almeno 8mila i civili morti e 13mila i feriti secondo fonti ufficiali e considerando che Kyiv non fornisce numeri. Oltre 400 i bambini che hanno perso la vita, più di 13 milioni le persone scappate, di cui quasi 8 milioni di rifugiati fuggiti in tutta Europa e circa 5 milioni sfollati all’interno dell’Ucraina.

Nel corso dei giorni, che poi sono diventate settimane e infine mesi, fino ad arrivare ad oggi, primo anniversario della guerra che infuria tra Russia e Ucraina, il clima di tensione tra Putin e il resto del mondo non si è mai smorzato e, anzi, ha continuato a crescere, con negoziati che non hanno effettivamente mai raggiunto un obiettivo minimo di compromesso e con Stati Uniti e Unione Europea che hanno fornito in modo costante supporto militare a Volodymyr Zelensky.

Lo spettro di una terza guerra mondiale è dietro l’angolo ogni minuto che passa, ma è come se già stessimo vivendo un conflitto internazionalizzato, come spiegato lunedì scorso durante Presa Diretta. Le ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina sono devastanti, da tanti, troppi punti di vista. A cominciare dal fattore umano, perché nei conflitti sono i civili i primi a subirne in modo drammatico le conseguenze.

Ancora, il fattore ambientale: come sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, “con una maggiore capacità di autoprodurre la nostra energia tramite fonti rinnovabili, probabilmente avremmo uno strumento in più per fare pressione sulla Russia e tutelare la popolazione ucraina e tutte le altre che sono vittime di conflitti e ingiustizie“.

E poi il timore di un’escalation nucleare, che Emergency e Ogilvy Italia mostrano attraverso un cortometraggio, “Un giorno di pace”, realizzato per sensibilizzare sul significato della parola pace e sul rispetto dei diritti umani, sempre più a rischio in tutto il mondo.

Immagine di copertina via Unsplash

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