“Sembrava bellezza” di Teresa Ciabatti: il senso di inadeguatezza dentro di noi

Tempo di lettura 3 minuti
Il nuovo romanzo della scrittrice toscana, tra i 12 finalisti del Premio Strega , ci fa entrare nell’intimo dei nostri pensieri e sentimenti, rivivendo le tappe di un’adolescenza da incompresa anche a sé stessa.

Torna Teresa Ciabatti con un nuovo romanzo e lo fa sempre con la sua grande mano, uno stile di scrittura unico e inconfondibile, con un libro che diventa quasi un’autobiografia se non fosse che lei stessa lascia spazio a qualcosa che va oltre il reale.

“I fatti e le persone di questa storia sono reali. Fasulla è l’età di mia figlia, il luogo di residenza, altro.”

Ed inizia così a narrare la sua storia.

Teresa Ciabatti, scrittrice e sceneggiatrice, ha pubblicato il suo primo libro nel 2002, “Adelmo, torna da me”, da cui è stato tratto anche il film “L’estate del primo bacio” nel 2005. Già proposta al premio Strega nel 2017 con “La più amata”, oggi torna tra i finalisti con “Sembrava bellezza” (Mondadori, 2021).

Scrittrice quasi cinquantenne che già si sente vicina al tramonto da un momento all’altro, la protagonista di “Sembrava bellezza” non si è mai piaciuta fin da bambina, catapultata nel bel mezzo dell’adolescenza dalla provincia alla Roma dei Parioli, non si è mai vista accettata dai compagni di scuola e non si è mai accettata nemmeno lei stessa.

Anche da adulta e da scrittrice affermata poi, si sente sempre ad un passo dal declino.

Un matrimonio fallito, una figlia che le è sempre più distante con cui non è mai stata capace di costruire un rapporto, non si dà pace e ripercorre il passato per trovare il vero motivo dei demoni che la perseguitano.

Ciabatti usa uno stile di scrittura libero, quasi improvvisasse e lasciasse spazio a pensieri che si inseriscono durante la narrazione, una narrazione appunto che si fatica a capire dove sia reale e dove ci sia della finzione.

In equilibrio lungo tutto il filo del romanzo. La domanda che ricorrerà nella mente dei lettori dopo ogni pagina infatti sarà: ma che questo sia vero? Il gioco sta proprio nel perdersi e come afferma anche l’autrice stessa in una intervista, spetta al lettore il compito di credere a ciò che preferisce. Ma è sicuramente nell’altro da ciò che è reale che accade la parte più importante del romanzo.

E con questa domanda nella testa ripercorriamo tappe della vita della scrittrice andando a ritroso. Partendo proprio da quando, in età adulta, ricompare nella vita della protagonista dopo trent’anni l’unica sua amica ai tempi della scuola: Federica.

Dal rapporto con Federica si svilupperanno le trame della sua storia controversa.

 

Federica, bella e benestante, al contrario di com’era la protagonista, sempre inadeguata. Che seguiva per poter essere almeno guardata dai compagni. E la coppia di amiche seguiva a loro volta la sorella di Federica, Livia, la più desiderata della scuola. Fino a quando un incidente rende Livia una persona “vuota”, lasciandola in balia di un ritardo mentale che la farà rimanere sempre giovane. Perdendo qualsiasi fascino lei avesse.

Nell’autoanalisi della protagonista, lei stessa in primis si ritiene una brutta persona che ha sempre sfruttato i rapporti personali per sentirsi altro da ciò che era e ripensa a quanto non si sentisse amica di nessuno e quanto questo abbia inciso sull’essere una cattiva moglie e una pessima madre.

Torna indietro, scrittrice, torna alla notte di tenebre della tua giovinezza, è forse racchiuso lì il segreto di tutto? Chi sei, ciò che ti terrorizza. Conta le volte in cui nei tuoi libri compare una bambola bionda. Figura evanescente, te stessa, riemersa per dire: è colpa tua.”

https://twitter.com/artdielle/status/1373961841748160515

“Sembrava bellezza” è un turbine che ci travolge per tutta la lettura riportando a galla quei sentimenti (invidia, rabbia, gelosia) che ognuno prima o poi prova nella vita ma che tenta in tutti i modi di nascondere e che, invece, Teresa Ciabatti mette nero su bianco, senza timore alcuno. Quelle emozioni che ci fanno sentire le persone peggiori al mondo ma che, inutile negarlo, vivono in ognuno di noi.

E forse ad un certo punto della propria vita ci si può solo perdonare, arrendendosi a ciò che è stato e smettendo di tormentarsi con demoni ormai sepolti. Capendo che tutti hanno scheletri nell’armadio da affrontare e che le vite apparentemente perfette degli altri nascondo, spesso, gli stessi problemi che abbiamo anche noi.

Giada Giancaspro

Sembrava bellezza
Teresa Ciabatti
Mondadori, 2021
pp. 240, € 18,00

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