L’Italia, tra riforme e corruzione
Dopo un affossamento della norma prevista dal Governo lo scorso mese, con un emendamento torna una nuova sanatoria sul contante. Di questo e di riforma costituzionale abbiamo parlato con Giovanni Paglia, deputato di Sinistra Italiana e membro della commissione Finanze
di Gaia Cacace
su Twitter @gaia_cacace
Nonostante i clamori e gli scontri suscitati, quando la legge sui “condoni” fiscali sembrava dimenticata, è presto tornata alla luce. Giovanni Paglia e Sinistra Italiana si sono sempre opposti a scelte del genere. Il deputato ci ha spiegato perché e si è rivolto a lavoratori e disoccupati per far risorgere la sinistra in Italia.
A metà ottobre, i giornali hanno diffuso la volontà, da parte del Governo, di introdurre una sanatoria sul contante nascosto nelle cassette di sicurezza. Secondo molti, però, la maggior parte di quel denaro che sarebbe stato “condonato” arriverebbe da fonti illecite. Le polemiche sorte (non solo a Montecitorio) hanno aiutato nell’affossare la norma. Come è possibile che sia tornata in auge, e quali diverse misure prevederebbe?
Fin dall’anno scorso, la norma che ha introdotto la voluntary disclosure prevedeva la possibilità di far emergere anche il contante. Non essendo tuttavia chiaro quale sarebbe stata l’aliquota applicata ad ogni singolo caso, pochissimi hanno scelto di utilizzarla. Questo è un bene, perché l’impossibilità di tracciarne la provenienza, rende il contante lo strumento di ogni traffico illecito e criminale. Quest’anno quindi il Governo non contento ci riprova, ipotizzando un’aliquota fissa al 35%, ma dopo le proteste diffuse è costretto a fare marcia indietro. Peccato che poi all’ultimo momento approvi un emendamento contorto, il cui senso è assoggettare il contante emerso all’aliquota dovuta dal soggetto negli ultimi 5 anni. Quindi un disoccupato che facesse emergere 100.000 euro, pagherebbe intorno al 25%. Ovviamente è facile sostenere che quei 100.000 euro derivino da un’attività condotta negli anni completamente in nero, senza che sia possibile contestare una simile affermazione. È evidente cosa questo significhi in un Paese abituato alla pratica dei prestanome.
Sinistra Italiana cosa pensa di tentativi di questo tipo? Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva affermato che il contante sporco non sarebbe stato sanato, poiché commercialisti ed avvocati ne avrebbero controllato la legalità.
Siamo totalmente contrari e ci siamo battuti da soli contro questa norma, che rappresenta di fatto una forma di riciclaggio di Stato. Il ministro dice questo perché ritiene sufficiente aver previsto che chi fa emergere il contante debba dichiarare da dove provenga e sia perseguito se dice il falso. Ma non è possibile in alcun modo verificare la veridicità di queste autodichiarazioni, se minimamente credibili. Se un incensurato dichiara di aver svolto per 10 anni l’attività di idraulico totalmente in nero, e di aver così accumulato 100.000 euro, sulla base di cosa si può ritenere che stia mentendo? Il tema vero è che in un paese caratterizzato da livelli di attività criminali elevatissimi, chi fa una norma del genere sa benissimo quale sarà il suo effetto, ma evidentemente per il Governo pecunia non olet.
In molti temono che una vittoria del “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre potrebbe giovare al M5S, o che, come ha affermato Walter Veltroni, potrebbe aprirsi una “instabilità politica pericolosa per l’Italia”. Nessuno, o quasi, parla di Costituzione e diritto, ma solo di dinamiche politiche. Non trova che sia preoccupante?
Assolutamente sì. D’altra parte niente giova al M5S come l’attuale legge elettorale, imposta dal Governo a colpi di fiducia. Quanto all’instabilità, questa dipende dall’atteggiamento irresponsabile del Presidente del Consiglio, che minaccia continuamente dimissioni, e non certo dal referendum. È chiaro che non avendo alcun argomento per difendere una riforma confusa e pericolosa, sono costretti a cercare argomenti che spaventino e ricattino l’elettorato. Noi stiamo sul merito e sono certo che chi segue la campagna elettorale lo capisca e capisca le buone ragioni del “No”.
Come intende muoversi Sinistra Italiana, anche dopo il referendum, per raccogliere i consensi di chi non si sente più rappresentato da Matteo Renzi e dal nuovo Partito Democratico? Crede sia necessario cambiare il linguaggio politico odierno, troppo spesso teso a sminuire la sinistra, reputando le sue lotte oramai vecchie e inadatte alla contemporaneità?
Noi non ci rivolgiamo solo a chi è deluso dal PD. Vorremmo parlare a tutte quelle persone che hanno è pagato la crisi e che oggi sono escluse dalla cosiddetta ripresa. Pensiamo ai precari, ai disoccupati, ai lavoratori dipendenti e agli autonomi con margini sempre più ridotti. Pensiamo a chi è costretto a vivere e lavorare in ambienti insalubri, con servizi pubblici sempre più cari e scadenti. Dato che siamo convinti che tutto questo non capiti per caso o per forza, ma derivi da un modello che alimenta disuguaglianze e mette ai margini i più deboli, crediamo che se ci impegniamo insieme quel modello possa essere cambiato. Il linguaggio si trasforma e così i problemi che abbiamo davanti, ma la loro radice resta antica e si chiama sfruttamento, dell’uomo e dell’ambiente. Possiamo e dobbiamo aggiornare tutto, ma sbaglieremmo a dimenticare questo, come sembrano fare tutte le altre forze politiche.