Giulia, “La ragazza del mondo”
“La ragazza del mondo” di Marco Danieli è un’intensa opera prima, un racconto di formazione ispirato a una storia vera di ribellione e “fuoriuscita” dai Testimoni di Geova
di Giusy Andreano
su Twitter @Giusy Andreano
Secondo il dizionario, l’etica è la “Dottrina o indagine speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo di fronte ai due concetti del bene e del male”. Cos’è il bene? Cos’è il male? Per i Testimoni di Geova una vita ben spesa è quella che anela a compiacere il Creatore, il solo e unico vero Dio (la dottrina della Trinità è negata).
Per rendersi graditi a Geova bisogna prodigarsi attivamente per evangelizzare le persone al di fuori della congregazione e vivere una vita moralmente irreprensibile, che si condensa nel diktat separarsi dal mondo, fonte di tentazioni diaboliche subdole e perniciose, idee corrotte e pratiche idolatriche, fra le quali rientrano il Natale, i compleanni, le immagini di culto, il saluto alla bandiera e persino accettare trasfusioni di sangue, moniti che sono mutuati da una pedissequa lettura della Bibbia, il senso di Dio reso un insieme di regole.
Questi sono alcuni dei cliché che nell’immaginario collettivo sono associati a questi militanti della fede, noti anche come Studenti Biblici, che hanno una predilezione per i citofoni. Sostanzialmente, è un movimento riservato, chiuso, che coltiva adepti più che fedeli, e che cancella in maniera implacabile e feroce chi gli volta le spalle.
L’originalità del film risiede nell’ambientare la vicenda di formazione ed emancipazione di una ragazza in seno alla comunità dei Testimoni di Geova.
La pellicola, che ha ricevuto molti riconoscimenti, è stato accompagnato anche da tante polemiche, con un acceso dibattito tra i Testimoni di Geova e alcuni fuoriusciti, ossia coloro che hanno abbandonato la congregazione.
Il lungometraggio, come ha dichiarato il regista, non nasce come film di denuncia, ma vuole essere uno sguardo esterno e non giudicante sulla realtà del movimento, vuole fare da specchio a coloro che vivono immersi in quella realtà, per aiutarli a guardarsi. Danieli si è ispirato alla vicenda di una sua amica e si è confrontato con Emidio Picariello, un disassociato dai Testimoni di Geova autore di un blog e del libro Geova non vuole che mi sposi sulla sua fuoriuscita.
L’intensa Sara Serraiocco interpreta Giulia, la protagonista, ragazza prossima alla maturità che ha un dono, quello per la matematica, e ha un dio, Geova, che le chiede di rinunciare a tutto, alle sue potenzialità, a un percorso universitario, a vivere un amore, a sentire il corpo e i suoi desideri. Una ragazza molto bella che non si trucca, dimessa, che non vuole far rumore.
Giulia vive in un mondo chiuso e rarefatto. Dopo la scuola, il tempo libero è scandito dalla partecipazione alle adunanze, l’equivalenza della messa, e dal predicare casa per casa.
Le cose si formano per contrasto e sottrazione, come la luce che si modella con l’ombra. Per Giulia, la forma della sua realtà assume un significato nuovo quando conosce Libero (Michele Riondino), ragazzo difficile con un’esperienza in carcere per spaccio e la rabbia di chi vive una vita senza prospettiva, ma anche un’innata bontà che è nascosta molto in fondo .
Tra i due nasce l’amore, e se è nel rischio di aprirsi all’altro che ci si sperimenta e si sperimenta la vita, Giulia darà alla luce se stessa, dolorosamente, ignorando le pretese della sua religione, l’oscurantismo della sua famiglia. Giulia vivrà questo amore, sarà disposta a rischiare anche tanto per alimentare un “noi” e per aiutare Libero, che per lei è ritornato a spacciare.
Il film rimanda un’immagine dei Testimoni di Geova come persone che usano la gentilezza come corazza protettiva dal mondo ma anche come involucro contenitivo di conflitti interiori, quelli che vive Giulia e che sono resi più dolorosi nel momento in cui devono essere sottoposti al Corpo degli anziani, una sorta di tribunale interno al movimento che vuole che i suoi siano persone di vetro, trasparenti, costrette a confessare dettagli intimi per espiare i peccati, una sorta di colonizzazione morbosa della mente e dell’interiorità.
Dalla reclusione della setta alla reclusione del mondo di una vita con Libero, una coppia che vive per sé stessa in attesa che gli eventi facciano il loro corso, ma certe conquiste sono definitive, come scoprirete nel finale.
Con pacatezza, senza voyeurismo, con delicata partecipazione emotiva , il film si interroga sul processo di costruzione dell’identità individuale, di come si giochi una partita tra il singolo e le istanze della collettività, siano esse sociali o religiose.
<<Le regole sono come la gabbia di un subacqueo, che si immerge in un mare pieno di squali, servono a proteggerci>> ma possono essere anche la pietra legata al collo che fa annegare. Ma questo Giulia lo sa.