“Buona scuola”, ma l’amianto colpisce ancora
Benché illegale da oltre vent’anni, l’amianto continua a uccidere anche in quei posti che dovrebbero essere “i più sicuri”: sono ancora 2.400 le scuole da bonificare
Sessantatré è il numero delle persone morte di mesotelioma – il tumore maligno causato dall’amianto – solo considerando il settore professionale dell’istruzione tra il 1992 e il 2012.
A rilevare la tragica realtà, i dati pubblicati nell’ultimo rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM) redatto dal Dipartimento di Medicina, Epidemiologia e Igiene del Lavoro e Ambientale dell’INAIL.
Stando ai dati ReNaM, sono le maestre elementari ad aver pagato maggiormente l’esposizione all’agente cancerogeno e, quindi, ad essersi ammalate di mesotelioma.
Tuttavia, fanno notare gli autori del rapporto, la situazione è ancora più tragica se si tiene conto del fatto che, per ogni mesotelioma, si riscontra almeno un cancro polmonare da amianto: così il bilancio dei morti per tumore causato dalla fibra, nel comparto “scuola”, sale a quota 120, nei vent’anni presi in considerazione.
Nel 2012 l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto (ONA) ha realizzato la mappatura di 2400 edifici scolastici con presenza di materiali contenenti amianto: il rischio di ammalarsi si estende tuttora su circa 350mila studenti e oltre 50mila appartenenti a personale docente e non docente.
In seguito alle richieste di bonifica, all’ONA si sono sentiti rispondere che l’amianto, visto la sua forma compatta, rilasciava una quantità esigua di fibre negli edifici segnalati. Non sono bastati, dunque, i numerosi contributi scientifici che, sin dagli ultimi anni ’80, hanno dimostrato che l’amianto fa male, sempre e comunque.
D’altra parte, il Governo Letta ha provato a fare un passo decisivo per risolvere il problema, dando agli enti locali la possibilità di attingere a un fondo di 150 milioni di Euro per attività di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. Molti enti locali hanno potuto dare il via alle bonifiche.
Con il passaggio al governo Renzi, ed è stato proprio l’ONA a dirlo, non si è andato oltre i proclami. Anzi, si è pure fatto un passo indietro.
Il 19 maggio, mentre si discuteva il Ddl “Buona Scuola” alla Camera, il governo ha dato parere negativo a un emendamento del M5S che intendeva destinare alle scuole delle risorse per condurre le bonifiche.
“Inaccettabile che il Governo non si faccia carico della bonifica per tutti gli edifici pubblici ma in primis per le scuole, dove gli studenti sono più a rischio per la prolungata latenza delle patologie asbesto correlate” ha poi commentato il primo firmatario dell’emendamento Alberto Zolezzi.
A 23 anni dalla messa al bando del pericoloso materiale nel nostro paese, si può fare il punto della situazione analizzando i dati pubblicato da Legambiente alla fine dello scorso aprile (qui il nostro articolo), in occasione della decima Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto.
Secondo le più recenti stime, arrotondate per difetto, sono ancora 32 milioni le tonnellate di amianto (soprattutto in forma di Eternit, cioè amianto e cemento insieme) presenti sul territorio italiano (700 tonnellate ricoprono solo gli edifici romani, scuole comprese).
Gli edifici sia pubblici sia privati da bonificare sono 188mila, 6913 gli impianti industriali che necessitano un intervento: al ritmo attuale non ci vorranno meno di 85 anni per completare le operazioni di messa in sicurezza dei siti contaminati (almeno 300 quelli ad “alta priorità” di risanamento).
Intanto, in Italia muoiono a causa di patologie asbesto correlate 4mila persone ogni anno. Tra il 1993 e il 2008 oltre 15mila le persone colpite da mesotelioma.