Leonardo da Vinci: l’Autoritratto in mostra a Roma
In via del tutto eccezionale, fino al 3 agosto l’Autoritratto di Leonardo da Vinci in mostra ai Musei Capitolini di Roma. Imperdibile ed emozionante, l’esposizione sarà aperta solo per quarantuno giorni
Chi diceva che sui treni si fanno gli incontri più interessanti aveva senz’altro ragione. Nei giorni scorsi ad esempio, i passeggeri di un treno Frecciarossa proveniente da Torino e diretto a Roma hanno avuto per compagno, tatticamente camuffato e segretamente ben in vista, il celeberrimo Autoritratto di Leonardo da Vinci. Giunto nella Capitale per raggiungere i Musei Capitolini, l’Autoritratto è stato scortato dai Carabinieri fino a destinazione e, nonostante i suoi più di 500 anni di vita, si trova ora in una sala del museo adombrata ad hoc, perfettamente in salute e con la bellezza tipica dell’immortalità.
In straordinaria occasione, l’Autoritratto resterà ai Capitolini per 41 giorni (da oggi, 23 giugno e fino al 3 agosto 2015) e sarà possibile visionarlo all’interno di una mostra tutta particolare, che permetterà allo spettatore di ripercorrere i movimenti dell’opera e dell’artista sino ai giorni nostri. Il rapporto dei Capitolini con Leonardo inizia nel 2010, quando viene esposto il Ritratto di Musico, fornito dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, e continua nel 2011 con la mostra “Leonardo e Michelangelo. Capolavori di grafica e studi romani”, che esponeva sessantasei disegni dei due artisti calcando in special modo sulla loro attività romana. L’Autoritratto va dunque ad arricchire un ciclo, ma non a completarlo, si promette un ultimo elemento, di chiusura, a settembre.
Ieri la conferenza stampa di presentazione nella sala Pietro da Cortona, capolavoro alla città di Roma, con la presenza di Giovanni Saccani, direttore della Biblioteca Reale di Torino, Pietro Folena, presidente MetaMorfosi e Maria Cristina Misiti, direttrice dell’ICRCPAL. Si racconta, non senza commozione, il percorso dell’opera: prelevata dal caveau di Palazzo Caffarelli, ove era parte della collezione di 13 disegni (XV-XIX secolo) acquistati da Carlo Alberto presso l’antiquario Giovanni Volpato e conservati nella Biblioteca Reale di Torino. Arrivata a Roma, presa in cura dall’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL), ha subito alcuni interventi diagnostici poco invasivi, i cui risultati sono stati sorprendenti.
“La sanguigna su carta bianca – ci spiega la Misiti – ha provocato un sensibile ingiallimento e delle piccole ossidazioni che, se non curate di tanto in tanto, rischiano di deteriorare l’opera in toto. Grazie alle analisi fatte in laboratorio, sembra però che la carta avesse fibre di canapa e lino e alcuni frammenti di lana colorata, il foglio potrebbe non essere stato bianco nitido e questo chiarirebbe di certo il suo stadio attuale, prima considerato anomalo “. Aggiunge poi che si è trovata traccia anche di un precedente “antico” restauro, che andrà certamente approfondito.
Alla fine di una rampa di scale, in una stanza buia con un solo punto di luce, c’è l’Autoritratto ad attendere lo spettatore. Sorprendentemente minuzioso per le sue piccole dimensioni, il disegno consegna i contorni di un uomo anziano (non per nulla è scritto “ritratto di me stesso assai vechio”), cultore adorante di ogni propria ruga, riportata con dovizia sulla carta. Leonardo, uomo geniale, osservatore instancabile, trascrive su foglio l’intervento della Natura su un essere umano. Lo fa con tale venerazione per il lavoro della stessa, con tale umile ed ammirato tocco, da farne anche percepire la grandezza.
Saccani ribadisce: “La capacità di Leonardo di approfondire l’essere umano ha del commovente. Egli diceva ‘ciò che è nell’universo per essenza, presenza o immaginazione il pittore lo ha prima nella mente, dopo nelle mani’. Leonardo era uno studioso, ma sapeva in qualche modo che tutto ciò che ci compone è immanente a noi stessi, un debito doveroso, un’eredità splendente“.
L’Autoritratto, assieme al Codice sul volo degli uccelli, è stato spedito in orbita nel 2012 sul rover Curiosity, diretto al Pianeta Rosso. Vorrebbe spiegare, senza l’aiuto della scrittura, il senso profondo di questa umanità e la cura che ha verso sé stessa. Vorrebbe chiarire ad un osservatore estraneo una storia millenaria di identità ed evoluzione, che l’Autoritratto sembra l’unico a rendere in maniera eloquente.
“Non ci saranno molte altre occasioni di osservarlo da vicino per i cittadini di Roma – avverte Folena – l’Autoritratto è fragile, ma prezioso come la nostra storia. Dopo il 3 agosto, tornerà nel caveau a Torino per molto tempo. Non possiamo rischiare di perdere una memoria così importante“. Ed è proprio vero che non possiamo farlo, che non dobbiamo farlo. Andate a vedere con i vostri occhi quanto bene l’uomo sia riuscito a fare, orgogliosamente e malgrado tutto.