I cinque Re della danza internazionale in scena a Londra
Al Coliseum è andato in scena “Kings of the Dance”, presentato da Sergei Danilian e coprodotto dall’Ardani Artists & Segerstrom Center for the Arts
di Francesca Britti
su Twitter @FBritti
Tre atti in cui Roberto Bolle, Marcelo Gomes, Denis Matvienko, Leonid Sarafanov, Ivan Vasiliev rappresentano l’amore, la morte, la bellezza del corpo, la solitudine dell’uomo.
Cinque artisti “a tutto tondo” che sfoderano le loro qualità artistiche e umane in un turbine di emozioni continuo (nonostante gli intervalli che creano un’attesa “nervosa”).
“Kings of the dance” ha esordito nel 2006 al Segerstrom Center for the Arts di New York per giungere ora a Londra in un elogio dell’ “abilità artistica, stile e potere dei ballerini di oggi più acclamati nel mondo”.
Si apre con Remanso interpretato da Leonid Sarafanov, Denis Matvienko, Marcelo Gomes. Le star dei rispettivi Mikhailovsky Ballet, Mariinsky Balllet, American Ballet’s Theatre danno vita ad un balletto, coreografato dallo spagnolo Nacho Duato e con le musiche di Enrique Granados, di potenza e fluidità dei movimenti in cui tre corpi si fondono in tutt’uno.
L’atto secondo vede protagonisti la pietra miliare del balletto in Italia (e all’estero) Roberto Bolle, che si alterna con Ivan Vasiliev, in coppia con Svetlana Lunkina, l’unica donna ad apparire con un cameo in questo show tutto al maschile. Le Jeune homme et la mort è coreografato dal maestro francese Roland Petit con le musiche di Johann Sebastian Bach. La musica struggente accompagna Bolle in pas de deux passionale e travolgente in cui la Lunkina, giocando il ruolo di femme fatale, causa la distruzione e la morte dell’uomo.
L’intensità tocca poi l’apice nell’atto terzo, quando tutti i ballerini salgono sul palco alternandosi in performance che sono l’esaltazione della perfezione dei corpi, del loro atletismo, della loro sensualità. Prototype, creato e coreografato da Massimiliano Volpini, è danzato da Roberto Bolle, che, anche, in questa occasione dimostra linee perfette e un’energia appassionante. Un assolo in cui il ballerino, denominato “l’incarnazione dell’ideale danseur noble”, balla con copie di se stesso alle sue spalle in versione 3D.
L’ultimo atto comprende anche i balletti di Denis Matvienko e Marcelo Gomes, che danzano sulle note di Gabriel Faure in Morel et Saint-Loup from ballet Proust coreografato da Petit Roland e Tue con Leonid Sarafanov con le coreografie di Marco Goecke, Labyrinth of Solitude in cui Ivan Vasiliev, Ambassador of his art, esprime il suo splendore artistico in un balletto creato da Patrick de Bana.
La conclusione non poteva che essere affidata ad un balletto, KO’d, coreografato da Marcelo Gomes, in cui i cinque Kings of the Dance si riuniscono in una performance corale che celebra la forza dei “male dancers”.