La Russia e il Potere Ortodosso

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La Chiesa ortodossa di oggi può considerarsi centro nevralgico decisionale di enorme rilevanza. Ma questo è il frutto di un lungo e costante lavoro segnato dall’accumulo di denaro

di Martina Martelloni

(fonte immagine: importanzadeleparole.ilcannocchiale.it)

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La Russia per via ufficiale non certifica una religione di Stato, ma per quelle ufficiose, tradizione vuole che la larga maggioranza del popolo russo sia devoto al cristianesimo ortodosso. A seguire per importanza e numero, vi è poi l’Islam, professato in particolar modo dalle minoranze turche, per poi scendere a scaglioni con protestanti, cattolici, buddhisti ed induisti.

La fastosità della Chiesa ortodossa non è solo segno del suo storico passato fatto di addobbi, lustri e decori, c’è dell’altro e questo “altro” si ricolloca nel suo vasto patrimonio economico che fa di questa istituzione religiosa una creatura simile alle affamate multinazionali. Anche e soprattutto per la sua composizione che evidenzia la presenza di decine di migliaia di persone giuridiche aventi a capo il patriarcato di Mosca. Dalla capitale russa si estende e si espande un controllo spirituale che comprende ben duecento diocesi in Russia come oltre confine, per non parlare poi dei monasteri, che ammontano a più di settecento.

Il forte radicamento ortodosso fa giungere alla Chiesa centrale di Mosca intensi flussi di denaro dalle varie regioni, che a stento il patriarcato riesce a riordinare e che causano dunque in questo modo un dispendio ed uno sperpero che poco suona bene con la parola religione e con la morale cristiana.

Potendo stilare delle somme effettive, secondo le cifre ufficiali, nella diocesi di Mosca ci sono 1.104 parrocchie. Ognuna di queste invia denaro che parte da un minimo di 100mila-300mila rubli (circa 2.500-7.500 euro) per arrivare alla stellare cifra totale di cento milioni di rubli all’anno. Convertito in euro l’imponente somma equivale raggiunge cifre milionarie.

Il rapporto centro-periferia tra le varie diocesi ortodosse negli ultimi anni manifesta fibrillazione e scontentezza dovute alle richieste del patriarca ad aumentare i trasferimenti di denaro verso Mosca.

I più umili monaci e sacerdoti non riescono a seguire i lunghi passi  economici della loro guida “spirituale” e questo perché, per la sua vastità territoriale e disomogeneità regionale nonché culturale, in Russia vi sono regioni che vivono nella povertà. Basti pensare alle parrocchie della Siberia che di certo non godono dell’oro e dello sfarzo della capitale.

Spaventa, a chi analizza o solo semplicemente apre gli occhi di fronte a questo flusso di potere, come sia facile per Mosca motivare e giustificare le continue richieste economiche alla periferia. Come religione detta, si fa ricorso ai testi sacri, e così gli esempi biblici vengono strumentalizzati dal patriarcato per elargire quello che per loro costituisce obbligo canonico. Facile quindi plasmare le menti e rendere la riscossione una normale e doverosa attività per nutrire la Chiesa ortodossa nel suo cuore a Mosca.

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