Le penultime cartucce
Al viale del tramonto la campagna elettorale, tra attacchi incrociati ed aria d’inciucio
di Adalgisa Marrocco
Si avvia al viale del tramonto la campagna elettorale per le Politiche 2013 ed iniziano ad esaurirsi le cartucce in canna ai tre uomini del momento. Il democratico Pier Luigi Bersani, pronto a trasformarsi in ‘diplomatico’ in vista dell’inevitabile e prevedibile accordo con il troppo accademico Mario Monti. Mentre sullo sfondo (ma nemmeno tanto) l’immancabile Silvio Berlusconi seguita a fare quello che gli è sempre riuscito meglio fin dal 1994: promettere e poi smentire, dichiarare e poi dire di esser stato frainteso.
Il Partito Democratico, ormai conscio di aver perso punti percentuali dopo la trita e ritrita rimonta berlusconiana, prova a fare sue le armi comunicative tipiche delle truppe centrodestriste. “Smacchieremo il giaguaro Berlusconi, un po’ per me un po’ per voi”, dice Bersani da Torino, ammiccando ai Socialisti Europei riunitisi in convegno all’ombra del vasto serbatoio di voti della Mole Antonelliana.
Una strategia di comunicazione che poco si confà agli standard del centro-sinistra, compagine che storicamente (e, diciamocelo, anche un po’ spocchiosamente) si è sempre affidata alla forza della propria ‘intelligenza’, sperando che tutti gli elettori italiani fossero dotati della stessa sottile arguzia. Un modo di fare che troppo poco spesso ha premiato il centro-sinistra trasformandosi, il più delle volte, in un boomerang capace d’incentivare il populismo spicciolo del Cavaliere.
Così Silvio Berlusconi non esita e risponde prontamente: “Mi piace il fatto che Bersani voglia smacchiare il giaguaro, ma voglio avvisarlo che sotto le macchie troverà un leone”. Ed ecco in un attimo smantellato il tentativo democratico di smorzare la propria atavica prosopopea comunicativa. Un Berlusconi più che mai pronto a volgere a proprio favore qualsivoglia mossa del centro-sinistra, sia essa una trovata azzeccata o un mal riuscito tentativo di captatio benevolentiae elettorale.
Il Cavaliere, sicuro del fatto di poter ancora contare sull’appeal delle promesse utopiche (soprattutto in quest’epoca da ‘lacrime e sangue’), continua a calcare la mano sugli stessi punti: rimborso dell’IMU entro maggio 2013 e defiscalizzazione per le nuove assunzioni. Dopo l’opposizione di Lega e Fratelli d’Italia, ripensamento di Silvio per quanto riguarda il condono tombale, anche se in caso di vittoria viene promesso un patto con Equitalia al fine di evitare il calare di scure fiscali sulla testa dei cittadini. Un passo avanti e quattro indietro, come al solito.
E se Berlusconi attacca Bersani e Monti, anche Bersani prova ad agire similmente attaccando, oltre che il Cavaliere, il Professore. Ad essere messo sotto accusa è il risultato ottenuto da Mario Monti al Consiglio Europeo, consistente in una riduzione da 700 milioni di euro del saldo accredito dell’Italia che, nonostante il taglio, rimane ancora ammontante a 3,8 miliardi.
Attacchi che sembrerebbero stonare con l’aria d’inciucio che si respira da parecchio tempo a questa parte. Al di là dei proclami propagandistici, non v’è certezza che la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani riesca ad ottenere maggioranza schiacciante sia alla Camera che al Senato, soprattutto all’indomani dello sprint del Pdl. Il PD potrebbe (o dovrà?) necessariamente cercare la complicità parlamentare di Scelta Civica, facendo diventare realtà l’accordo che buona parte dell’elettorato scongiura.
Eppure con ogni probabilità, ormai, l’idea della strana coppia Bersani-Monti più che un’ipotesi è diventata una prospettiva, la prospettiva più concreta. Nel post-elezioni, chi potrà mettere freno alle virate montiane del futuribile governo di solidarietà? Forse Nichi Vendola, ma solo nel caso in cui risultati alle urne e gerarchie d’esecutivo non lo rileghino ad estrema ed inascoltata voce di coalizione.
Il count-down per l’elezione del meno peggio è iniziato, la svolta non esiste.
(fonte immagine: italiasudsanita.it)