Tutte le musiche portano all’Ex Dogana: la prima edizione dell’Alice Fest
All’Ex Dogana di Roma la prima edizione di una nuova grande manifestazione, l’Alice Fest
Roma si è di nuovo riempita, le strade sono affollate, il tempo non è più così clemente e i primi sensi di un autunno ormai prossimo iniziano a palesarsi per ricordare che è finito il tempo del sole del mare e degli ombrelloni, ma la musica ancora è protagonista, negli spazi aperti, ancora per poco per le ultime poche date dei festival estivi.
A volte accade anche di poter incontrare dei festival organizzati, proprio nel ventre di quelle kermesse che hanno accompagnato tutta l’estate romana. Il Viteculture Festival lo scorso 8 settembre ha avuto modo di ospitare quella che è stata l’edizione zero di un festival che speriamo possa continuare ad incantare da protagonista i palchi di roma nelle estati a venire.
Si tratta dell’Alice Fest – Tutte le musiche portano a Roma che è andato in scena nei nuovi spazi di un’Ex Dogana bloccata da cantieri, ma che di spegnere i riflettori proprio non vuole saperne continuando ad elettrizzare ed intrattenere il pubblico romano.
Una struttura semplice ed accattivante ha reso interessante e mai stancante una serata intera dalle 19 fino a tarda notte, ovviamente accompagnate da diversi artisti di caratura variabile e generi diversi, dai volti più o meno noti che ha portato all’Ex Dogana un pubblico omogeneo, per età e gusti ed ha permesso di conoscere artisti nuovi per il panorama romano.
Si parte con toni folk, una sedia e una chitarra acustica e Alessio Bondì fa capire come questi due soli elementi siano sufficienti a riempire e scaldare l’atmosfera trasportando il pubblico per le vie della sua Sicilia che il cantautore palermitano racconta nei suoi pezzi, rigorosamente scritti e cantati nel suo dialetto che dona ancora più colore alla sua performance.
Un rapido cambio palco e un grande salto regionale, si passa a Crista, mentre tra il pubblico compaiono due sassofonisti con il compito proprio di distrarre il pubblico nel corso dei vari passaggi di strumenti e check. Arriva la cantautrice romagnola, dal dialetto si passa all’italiano e dal folk si passa a note più rock, con timidi accenni di punk, con un’ispirazione che si vede oltre che dalla musica anche dall’attitudine sul palco.
Un nuovo cambio e dal rock si passa a tutt’altre note. Il piccolo palco chiude la sua serata con il set di Maiole, che accompagna con la sua musica elettronica i preparativi finali del palco principale.
accompagnata sul palco dalla sua band. Il gruppo incanta tutti con un rock energico, accompagnato da una bella voce e una forte presenza sul palco che non fa che ricambiare i favori del pubblico appena acquisito.
Il tempo di spostarsi da uno stage all’altro, sul palco arriva Giorgieness il progetto della cantante e chitarrista Giorgia D’Eraclea.
Il livello artistico sale e il pubblico non fa che apprezzare, si spengono i riflettori, una sola luce rossa invade il palco e arriva il momento del duo elettro-pop Lemandorle. Un set che unisce momenti di sola musica elettronica a pezzi più da hit parade, una produzione sicuramente più pop e meno indie, ma che il pubblico apprezza di buon cuore.
Quel che segue è una vera e propria sorpresa più che gradita, GIUNGLA si mostra in tutto il suo eclettismo e dinamismo dominando il palco in solitaria. A vederla sul palco sembra una giovane Angus Young con un look a metà tra la liceale e la rocker con la sua Gibson SG “diavoletto”.
Sul palco è sola, ma da come si muove, balla e si mostra al pubblico sembra che sul palco ce ne siano almeno 4 nonostante abbia iniziato il suo live suonando da sdraiata a terra fissando le stelle.
Il livello sale ulteriormente, mancano gli ultimi due nomi della locandina. I primi a salire sul palco arrivano da Lanciano e nell’ultimo anno hanno fatto più e più volte parlare di sé. Sono i Voina e scatenano il vero e proprio delirio sotto il palco. Pogo, urla e canti a squarciagola si alzano moltissimo gli animi è impossibile descrivere cosa sia accaduto. Ad un certo punto anche il cantante ha deciso di abbandonare il palco per tuffarsi nel “round pit” creato al centro del pubblico. Davvero singolari e unici per come si sono mostrati e si sono esibiti, un live energico e fortemente emozionante.
Sono ormai le undici, sono volate ormai quattro ricchissime ore di festival ed arriva l’artista più atteso dal pubblico, un pubblico ormai sempre più folto. Sale sul palco Wrongonyou, nome d’arte di Marco Zitelli. Sicuramente il volto più noto della manifestazione, insignito un anno fa del titolo di artista del mese per MTV New Generation. La voce è calda, il cantato è profondo, la prestazione non disattende le aspettative dei presenti. Ad impreziosire la performance dell’artista romano ci hanno pensato le collaborazioni live di Bob Angelini che con la sua slide guitar ha accompagnato per due pezzi il cantautore, che poi è stato raggiunto sul palco dall’ormai amico Rocco Papaleo che accompagnato dalla band si è esibito in una divertente poesia. Nemmeno il tempo di farsi cullare dalla voce e dalla chitarra di Wrongonyou che la serata volge al termine.
Cinque ore di musica d’autore proveniente da tutta Italia in un mix tra conferme e sorprendenti scoperte, inutile dire che a questo punto bisogna rimanere in trepidante attesa per l’estate 2018 e controllare la prossima edizione dell’Alicefest, nella speranza di conoscere ancora di più quanti artisti si celano lungo il nostro stivale.
Cristiano Tofani
Foto di Marta Bandino