La caduta dei titani

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Dall’Aula di Montecitorio alla cella di Secondigliano. Con l’insediamento delle nuove Camere i parlamentari della scorsa legislatura perdono l’immunità. E i provvedimenti di custodia cautelare diventano operativi

di Alessia Ricci

casaleseIl clima che si respira ci riporta al 1994. E come allora, con le nuove Camere si aprono le porte del carcere per tanti ex onorevoli. In realtà, in quelle celle vi avrebbero dovuto soggiornare da anni se i partiti non li avessero protetti. A breve, anche alcuni neoeletti potrebbero seguirli. In Parlamento, almeno sulla carta, non esistono maggioranze  tali  che possano permettere simili giochetti. Potrebbe essere la fine di un’epoca, il crollo degli intoccabili.

Tra i nomi più illustri spicca quello di Nicola Cosentino, potente deputato uscente del Pdl. L’ex sottosegretario all’Economia ha varcato la soglia del carcere di Secondigliano (Napoli), in esecuzione dei provvedimenti di arresto emessi a suo carico nel 2009 e nel 2011 – respinti da Montecitorio – per i reati di concorso esterno in associazione camorristica, utilizzo di capitali illeciti e corruzione. E’ la fine dell’impunità.

Nicola Cosentino non può definirsi certo un prigioniero politico, vittima dell’accanimento delle toghe rosse, slogan molto in voga negli ultimi giorni. I reati che gli vengono contestati sono gravissimi. Nel corso delle indagini e dei due processi vanno affiorando inquietanti legami e pericolosi intrecci tra camorra, politica, classe dirigente e imprenditoria. Oggi l’arresto di Cosentino costituisce un segnale forte per quella parte di Italia che rispetta ancora le regole e che vorrebbe vedere in Parlamento volti puliti e onesti.

Chi ha avuto modo di incontrare Cosentino lo descrive come un uomo molto rattristato e fortemente deluso dai tanti che gli hanno voltato le spalle. Ostracizzato da Berlusconi, anche se a malincuore, per salvare le sorti del partito. L’incubo che più volte è riuscito ad esorcizzare si sta invece concretizzando; pare non si capaciti al fatto di dover passare dall’aula di Montecitorio alla cella di un carcere.

Eppure ha ancora voglia di parlare di politica. Al consigliere Marino dice: “Angelo, perché non ti fai portatore di un emendamento alla finanziaria regionale per favorire l’integrazione sociale dei detenuti?”. Per il momento possiamo tirare un sospiro di sollievo nel sapere che l’ex coordinatore regionale del Pdl campano fa la “sua politica” da dietro le sbarre.

Invece tanti sono in agitazione per lui, ma soprattutto per ciò che potrebbe rivelare. L’ex coordinatore campano del Pdl è stato ed è al centro di pesanti intrecci di potere. Emerge chiaramente dalle motivazioni addotte dal pm Alessandro Milita alla revoca dell’arresto di Cosentino: “la diffamazione di Caldoro, e il tentativo di condizionamento della Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della misura cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito delle attività della cosiddetta P3, fatti per i quali Cosentino è imputato dinanzi al Tribunale di Roma. Si tratta di condotte che descrivono la allarmante spregiudicatezza della persona, ben lontana dal profilo rispettoso di regole e prescrizioni che pur dovrebbe essere naturale per chi ha rappresentato i cittadini nella più importante istituzione elettiva del Paese, ma che – soprattutto – deve esigersi da chi invoca la revoca di una ordinanza di custodia cautelare”.

In molti temono che l’umiliazione del carcere, il sentirsi abbandonato e l’assistere alla decadenza di una intera classe dirigente, potrebbe spingere il deputato uscente a collaborare con i magistrati e a svelare i retroscena del consentinismo, snodo del berlusconismo.

Certo Cosentino non è il solo, la lista è lunga. C’è il senatore Pdl Sergio De Gregorio, che ha rovinato Silvio Berlusconi con la storia della compravendita dei parlamentari, finito ai domiciliari, così come Vincenzo Nespoli, parlamentare uscente ed ex sindaco di Afragola. Più di qualche problema si presenta anche per Amedeo Laboccetta, deputato Pdl, in affari con l’imprenditore latitante Francesco Corallo, il re delle slot machine.

L’arma dell’immunità parlamentare è saltata definitivamente. Questo sistema di potere si avvia al patibolo. Nessuno è in grado di garantire per nessuno. La faziosa adunata davanti al Tribunale di Milano di deputati e senatori del Pdl è il sintomo di un profondo stato di disperazione. La nave affonda e le scialuppe di salvataggio sono finite.

La caduta di Cosentino e di tutti gli altri rappresenta la caduta di un’intera classe politica avida e disposta a qualunque tipo di patto per il potere? Oppure sono solo il capro espiatorio, le vittime sacrificali, necessarie in un determinato momento storico?

(fonte immagine: mediayankees.blogspot.com)

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