Chip cerebrale impiantato da Neuralink, l’azienda di Elon Musk: l’annuncio e i dubbi
Secondo quanto ha dichiarato l’azienda tecnologica, l’obiettivo dell’impianto sarebbe quello di “leggere” l’attività cerebrale per trasmettere ordini al fine di “ripristinare l’autonomia” di persone con funzioni danneggiate. I risultati però non sono stati pubblicati su nessuna rivista scientifica e sono poco chiare le conseguenze di lungo termine
Neuralink, azienda di proprietà del multimilionario Elon Musk, ha assicurato di aver impiantato il primo chip cerebrale in un essere umano, secondo quanto dichiarato dall’imprenditore sul suo profilo X. L’annuncio di Musk però genera scetticismo e dubbi nel campo delle neuroscienze, soprattutto perché le ricerche non sono trasparenti: “Non sappiamo niente perché non pubblicano niente”.
La funzione di questo impianto, chiamato “Telepatia”, sarebbe quella di “leggere” l’attività cerebrale per trasmettere ordini che aiutino a ripristinare alcune funzioni cerebrali danneggiate, controllando con il pensiero dispositivi elettronici come telefoni cellulari o computer. Al momento, i risultati non sono stati pubblicati su nessuna rivista scientifica, non si conoscono i dati del paziente o il metodo utilizzato.
“Il primo essere umano ha ricevuto un impianto Neuralink ieri e si sta riprendendo bene”, ha scritto Musk, “i risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali”. Secondo quanto indica la neuroscienziata Conchi Lillo della Sociedad Española de Neurociencias (SENC), poiché non sono disponibili con trasparenza i risultati delle ricerche di Neuralink e considerando che questi impianti sono ancora in prova, non si possono conoscere con certezza le conseguenze a medio e lungo termine nel cervello: “Non possiamo assicurare l’affidabilità dell’impianto nel lungo termine”.
Musk fa un annuncio su NeuraLink suffragato da zero prove: tutte le prima pagine lo riportano
Musk ripete ad nauseam teorie complottiste anti-migranti come un estremista di destra qualunque: neanche una riga
— Fabio Chiusi (@fabiochiusi) February 5, 2024
La notizia del primo impianto di Neuralink in un essere umano arriva nove mesi dopo che l’azienda di chip ha comunicato di aver ricevuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) affinché l’impresa iniziasse a fare i primi test sugli esseri umani. Ciò nonostante, al momento i risultati non sono stati pubblicati su riviste scientifiche né si conoscono i dati del paziente, a parte le brevi informazioni da parte dell’imprenditore o dell’azienda.
L’obiettivo, secondo quanto indicato dall’azienda, è creare un’interfaccia neurale per “ripristinare l’autonomia” di persone con alcune funzioni danneggiate a seguito di un infarto o di una Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lo scopo ultimo sarebbe “avere tutta l’informazione dei registri cerebrali per estrapolare e ottenere delle interfacce più efficienti”, spiega Lillo a elDiario.es.
Gli annunci di Musk vengono guardati con scetticismo da anni, dal momento che non c’è alcuna prova che i progressi della sua azienda siano andati oltre ciò che in questo campo già si può fare con la neurostimolazione e la lettura cerebrale. I dispositivi con cui si lavora attualmente sono “dispositivi puntuali, temporanei e dalla sicurezza garantita perché sono stati testati”, spiega Lillo. “Per quel che sappiamo, avere un impianto così profondo nel cervello per molto tempo non è molto raccomandabile perché ne ignoriamo le conseguenze”, aggiunge la neuroscienziata della SENC.
All’inizio i piani di Musk sono stati disattesi perché le tappe iniziali che il milionario si era dato dalla creazione dell’azienda nel 2016 avevano subito delle dilatazioni. Nel 2022, l’azienda ha chiesto l’autorizzazione a eseguire test sugli esseri umani alla FDA ma questa l’aveva negata per via di dozzine di criticità che dovevano ancora essere affrontate, secondo quanto spiega Reuters.
Elon Musk ha annunciato che la sua società Neuralink ha impiantato con successo per la prima volta un chip cerebrale wireless in un essere umano. Già nel 2018 avevamo mostrato come gli interessi sull’uomo Cyborg non fossero solo di scienza e ricerca pura👇https://t.co/Bynxf0RjuK pic.twitter.com/535cJGH3Lt
— Report (@reportrai3) January 30, 2024
Le principali preoccupazioni dell’agenzia avevano a che vedere con la batteria al litio che veniva utilizzata dal dispositivo, e con i dubbi sulla sicurezza del chip in riferimento al tessuto cerebrale. Alla fine, Neuralink ha superato le richieste e ottenuto il via libera dalla FDA.
Neuralink sta sviluppando parallelamente due tipi di impianti, uno per ripristinare la vista “anche in chi è cieco dalla nascita” e un altro per ripristinare le funzioni corporee basiche in persone con paralisi per danni al midollo spinale, indica l’agenzia di stampa spagnola EFE.
In riferimento alla vista, la ricercatrice sostiene che si cercherebbe di stimolare la corteccia visiva primaria, un’area che “il cervello destina ad altre funzioni se non si è mai utilizzata per ricevere informazioni visive”. Per esempio, è stato dimostrato che quando una persona che va perdendo la vista impara il braille, utilizza le aree del cervello inizialmente destinate alla vista, per cui, nell’inserire un impianto, sarebbe “molto probabile che tutte queste aree possano essere già in uso per altre tipologie di processi cerebrali”.
In ogni caso, questi sono solo dati forniti dall’azienda, che non ha reso pubblici i risultati affinché possano essere oggetto di scrutinio e analisi da parte di altri scienziati. Neuralink è anche stata accusata di maltrattamento animale, compresa la denuncia di un gruppo di medici per via di diversi primati morti durante gli esperimenti.
Traduzione di Valentina Cicinelli via elDiario.es
Immagine di copertina via iprofesional.com