A Cernobbio s’invoca la stabilità
Le Parole di Letta a chiusura del workshop Ambrosetti
di Roberto Casucci
All’annuale workshop Ambrosetti di Cernobbio sono intervenuti decine di illustri rappresentanti del mondo dell’economia, dell’industria e della politica. Al clima estivo caratterizzato dai rumors sulla tenuta del Governo, nel meeting si è contrapposto un deciso accento sulla volontà di proseguire la difficile strada intrapresa dall’Italia senza la necessità di ulteriori scossoni politici. Il tutto con particolare riferimento alla tutela della capacità nazionale di attrarre investimenti esteri a discapito di un nuovo marchio d’inaffidabilità.
Il principale intervento è stato quello del premier Enrico Letta. Le sue parole: “Sono qui, stradeterminato e straimpegnato, non determinato a galleggiare, determinato a compiere per realizzare il programma, a non farmi bloccare dal ritorno della conservazione, dai veti e dal rumore di fondo (l’instabilità politica su cui si focalizza l’attenzione anche degli investitori esteri)”. “L’instabilità ha costi drammatici, la stabilità paga” sottolinea Letta aggiungendo che “stabilità e instabilità sono come il sole e la luna, sono opposti, l’instabilità costa a noi e agli imprenditori che devono pagare un servizio maggiore”.
E’ una posizione ferma e decisa. Pronta a tenere ancora strette le redini decisionali per il favore della nazione. Nel suo discorso rievoca gli eventi elettorali e l’incapacità di eleggere il Presidente della Repubblica e li paragona a terremoti istituzionali. Un modo per parlare di Giorgio Napolitano, di cui ne tesse le lodi, e per far apprezzare il lavoro suo e del suo governo. Tace chi lo accusa di immobilismo e anzi annuncia: “serve una svolta, non siamo qui per traccheggiare”. Letta prevede che sarà messa mano anche alla Costituzione: ”Perché colpa del bicameralismo se si ricorre ai decreti legge”.
“Dobbiamo ridurre le tasse sul lavoro in linea con quell’impegno che ci siamo presi e che era dentro il discorso con il quale abbiamo chiesto la fiducia alle Camere” spiega il premier. “Chi ha voglia di fare nel nostro paese deve essere aiutato dallo Stato e chi invece ha voglia di immobilizzare e di bloccare non può essere aiutato”. “La nostra missione è rompere le catene che bloccano l’Italia”. “Il nostro paese può fare cose straordinarie. Quanti di voi fanno cose straordinarie sui mercati internazionali?”. Questo il messaggio diretto alla platea selezionata, un discorso politico ed anche un po’ evocativo ma apprezzato dai partecipanti al meeting.
A margine del discorso riprende il tema della diseguaglianza di genere e critica fortemente il fatto che nessuna donna fosse presente al suo discorso. Infine, probabilmente in coincidenza con l’assegnazione delle Olimpiadi a Tokyo, lancia una possibile candidatura italiana per l’edizione del 2024. Gesto, che, si contrappone a quello del rifiuto imposto non appena l’anno scorso da Monti. Un annuncio dal carattere forse più demagogico che concreto. Senza dubbio il premier a Cernobbio si è mostrato sicuro, di fronte ad un pubblico che gli è congeniale.
Nel momento in cui invoca la stabilità Letta fa riferimento anche alla sua posizione come premier. Raccogliere il favore dei partecipanti al workshop, significa giungere ad una possibile sfiducia o caduta del governo con un endorsement importante. Il contesto però non cambia, si vive sempre alla giornata.
(fonte immagine: notizie.tiscali.it)