Il pluralismo nel mercato che cambia
Quanto vale? Il parere degli esperti a confronto.
di Clarissa Coppola
Anche in mezzo a tanti cambiamenti, esiste qualcosa d’i mmutevole per il settore dell’editoria, una sorta di nucleo che garantisce la sopravvivenza di piccoli e medi editori.
E’ quanto emerso dalla tavola rotonda “Quanto vale il pluralismo in un mercato che sta cambiando?”, a cura di AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con Nielsen, in occasione di Più libri più Liberi 2012. A fare una panoramica sul ruolo dell’editore nell’era del digitale, all’ interno della fiera della piccola e media editoria sono stati: Monica Manzotti, Giovanni Peresson, Marco Polillo, Michael Healy, Pietrangelo Buttafuoco, Umberto Croppi, Enrico Iacometti, Luca Telese, coordinati da Paolo Fallai.
Guardando al futuro con entusiasmo, il timore per l’avvenire svanisce se si riesce a trovare il giusto equilibrio. È chiaro che ogni casa editrice adotta strategie proprie per mantenere la posizione in un momento di trasformazione per il quale oggi si legge in modo diverso e si compra sempre di più on-line (basti pensare al dominio di Amazon).
I piccoli punti vendita si sono ridotti e risulta difficile per gli editori consolidare una posizione sul mercato, dove molti libri risentono dell’accessibilità gratuita a internet. La rete è un dominio aperto in cui vige la libera circolazione e il ruolo centrale dell’editore viene minacciato dalla nuova tecnologia che consente a chiunque di svolgere il ruolo di editore frantumando ogni sorta di specializzazione.
Ed è da qui che parte la sfida per ricostruire i valori, una sfida richiesta agli editori per far valere con maggior grinta la loro presenza sul mercato. I motivi per sorridere al futuro esistono in quanto c’è ancora gente che vuole leggere e apprezza il testo come fonte di cultura, istruzione e ispirazione. La domanda è in crescita anche se le librerie tradizionali sono in declino.
Inoltre Nielsen rileva come il mercato del libro in quest’anno dedichi una buona fetta percentuale a libri per bambini e tratti dalle fiction. Il contesto in cui gli editori operano è pertanto robusto, ma il loro ruolo va reinventato. In momenti difficili non basta guardare al passato, bisogna rafforzare le credenziali per sopravvivere. Viviamo in un mondo in cui le informazioni abbondano.
Per il libro non è semplice ma ce la farà; l’importante è stare al quadro generale secondo cui molti lettori guardano agli editori per essere istruiti, si fidano e questo è quello che conta. Il resto sono dettagli.